Sosta-partenza e via: 15 giorni per ritrovare le giuste motivazioni

Quattro punti in cinque partite e insieme ad essi, troppe motivazioni improvvisamente sparite.

Una questione fisica? Non solo. Senza il giusto apporto mentale, anche i piedi fanno fatica a centrare la porta e regalare un bel gioco. Il Napoli sta soffrendo, non riesce a vincere in un campionato ostile e con un posto Champions decisamente affollato.

Precipitati al quinto posto, ad un punto dalla rivelazione Sampdoria e a cinque dalla Lazio, che con una super rimonta si sta, peraltro, avvicinando alla squadra dell’altra sponda del Tevere, la Roma, uscente vincitrice a Cesena.

Benitez predilige le coppe, si sa, il traguardo dei quarti di Europa League è segno che mai come quest’anno gli azzurri tengano ad arrivare a Varsavia. I vantaggi di chi alzerà il trofeo sono fondamentali per l’anno prossimo: permetterebbero, in primis, di racimolarsi in modo diretto un posto in Champions, ma soprattutto di salvare una stagione altalenante.

Fra due settimane i giallorossi di Garcia ospiteranno il Napoli all’Olimpico, pronti a vendicare la cocente sconfitta del 1 novembre al San Paolo.

Nel frattempo, però, la pausa delle nazionali non poteva arrivare in un momento migliore per far riflettere una squadra che deve ritrovarsi dopo un lungo periodo di gare, in media una ogni tre giorni, le quali non hanno permesso agli uomini di Rafa di poter riprendere fiato.

Il mese di marzo ha portato con se molte delusioni ma al contempo nuove convinzioni. Non bisogna dimenticare che sono ancora tre le competizioni da onorare, e solo tre sono anche le squadre italiane impegnate su tutti questi fronti (Juventus, Fiorentina e ovviamente il Napoli).

Insomma, gli azzurri si divideranno per qualche giorno in giro per il mondo a lottare per i colori del proprio Stato, ma su di loro, però, veglierà l’occhio vigile dell’ex Liverpool per non sbagliare assolutamente formazione. Palermo, Torino, Verona e Atalanta bruciano ancora ma leccarsi le ferite e voltare pagina sarà l’unica soluzione per rendere questo finale di stagione positivo.

Dieci partite che saranno dieci finali perché buttare tutto ciò che si è costruito in questi quasi due anni sarebbe da folli. Aspettando, dunque, il miglior Callejon, il ruggito del Pipita, il cuore di Gargano, il ritorno di Insigne, l’imprevedibilità di Mertens, la tecnica di Gabbiadini e la cresta alta del capitano Hamsik.

Ognuno sarà fondamentale per tornare a brillare. Allora sosta, partenza, via: quindici giorni, 360 ore, per cambiare rotta e festeggiare l’arrivo della primavera con il sole dentro e fuori al campo.

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