Sono passati esattamente 125 giorni da quel maledetto infortunio che ha visto Lorenzo Insigne lasciare il campo da gioco, in quel di Firenze, triste e infortunato. Un ginocchio che non ha perdonato lo scontro con Ilicic, il quale lo ha tradito nel momento migliore della sua stagione.
Era rinato dopo un periodo difficile, contornato da prestazioni non a livello e addirittura da fischi da parte dei suoi stessi concittadini e tifosi. Si è rimboccato le maniche, ha lavorato fin dal primo giorno nel quale ha potuto poggiare piede a terra.
Voleva il suo Napoli, la sua gente, voleva sentire il profumo dell’erba del San Paolo. Un sacrificio che è costato, però, una grande maturazione sotto il profilo umano. Sta crescendo, ormai già uomo e padre di famiglia (ieri, a proposito, è nato il suo secondo figlio, Christian), ha coronato il sogno di giocare nella sua squadra del cuore, la quale da bambino ha accompagnato le sue domeniche e i suoi pensieri più ricorrenti. Ce l’ha fatta, si è prefissato un obiettivo difficile ma al contempo ambizioso: essere il Totti azzurro.
Non ci pensa minimamente di andarsene da qui, nemmeno le offerte più allettanti potrebbero farlo vacillare. Ama Napoli visceralmente, prima di tutto come un vero supporter. Finalmente, dopo più di tre mesi, dopo l’ok del medico Castellacci, il quale lo ha monitorato in questi mesi di recupero, mister Benitez lo ha convocato nella sfida contro l’Hellas Verona in casa loro, per poter quantomeno riprendere quel bel feeling che aveva con i compagni e con il rettangolo verde.
Fosse per lui, anche con una sola gamba scenderebbe in campo per poter essere utile alla causa. Servirà molto il suo apporto fino al cammino finale del Napoli, che potrebbe regalare intense emozioni europee, altro scopo del tutto plausibile per gli uomini di Rafa.
Decisivo l’anno scorso contro la Fiorentina in Coppa Italia, vorrebbe ripetersi anche per le sfide che lo aspetteranno.
Un rush finale da vivere intensamente da protagonista. Bentornato Lorenzo, benvenuto Christian.