Britos santo per una sera, l’uruguaiano non ha dato vita facile agli avversari biancocelesti

Santo Britos per una sera. L’uruguaiano, fino all’infortunio, si è dimostrato infatti uno dei pochi a voler portare un bel risultato a casa, salvando più volte la porta difesa da Andujar dalle incursioni laziali. A porta vuota, ha respinto una palla che sicuramente avrebbe travalicato la linea bianca, così evitando di portare i padroni di casa sul due a zero.

Peccato solo il giallo evitabile, ma nel complesso ha meritato a pieno di salire sul podio tra i migliori azzurri.

Caparbio, deciso e impavido, non ha avuto paura di rischiare (tanto che poi una botta pesante l’ha subìta davvero) e così non ha fatto mancare la presenza di Koulibaly, relegato in panchina dopo la prestazione deludente di Torino.

La rivalità- prettamente calcistica– con gli altri difensori sembra averlo giovato, una sana competizione può far solo del bene affinché possa convincere il mister ad essere schierato di più in mezzo al campo e guadagnarsi il posto da titolare. Non si sa ancora quale sia l’entità dell’infortunio ma di certo la fortuna non l’ha aiutato dato che si trovava nel momento migliore di forma.

Insomma, fino all’ingresso del numero 26 non ha dato vita facile ai forti attaccanti biancocelesti, i quali hanno più volte perso lo scontro fisico con l’ex Bologna.

Un segnale importante per dare un nuovo equilibrio ad una difesa troppo fragile, la quale ancora una volta è stata bucata in modo decisamente banale dal tedesco Klose, il quale ha messo in difficoltà tanti giovani napoletani nonostante non sia più giovanissimo.

Dunque, tanto merito al 5 azzurro, il quale si è imposto, come già detto, con carattere e forza. Le partite da giocare sono ancora tantissime, sperando dunque che non sia nulla di grave, Benitez ha bisogno anche di lui fino alla fine della lunga ed emozionante stagione partenopea.

Articolo precedenteNapoli, scudo di ferro: la spada della Lazio si spezza!
Articolo successivoBenitez: “Molto meglio rispetto a domenica. Anche io ho diritto ad arrabbiarmi…”