Un gesto che vale molto più di mille parole e che pesa più di una miniera d’oro. Il bacio alla maglia è forse una delle così più forti che lega un giocatore ad un colore, ad una terra, ad un popolo.
Abbiamo assistito, d’altro canto, a tanti volti che assomigliavano a quello di Giuda, che per il denaro si sono venduti.
L’effetto dei soldi è valso più dell’affetto dei supporters che allo stadio, per strada, ovunque trasmettono amore alla persona più che al calciatore.
Ieri dopo un lungo digiuno, Dries Mertens ha esultato accarezzando quello stemma che tanto conta in questa città. N di Napoli, N di “non te ne andare mai”.
Il folletto belga ormai è davvero innamorato di questa realtà, molto differente da quella che conosceva.
Napoli si può giudicarla attraverso il vissuto proprio e non quello degli altri.
È superfluo dire che qui si abbraccia un progetto che va oltre al fattore calcistico, ci si sposa con le bellezze ma anche i nei di questo posto.
Negli ultimi tempi, dopo Insigne e Hamsik, ormai napoletano anche lui e la dichiarazione d’amore di Gargano dopo la vittoria con l’Inter in Coppa Italia, è toccato al numero 14 azzurro esplicare i propri sentimenti, e non poteva farlo in un momento migliore.
In campo ha sempre dimostrato una grande professionalità, accettando la panchina, lasciando quindi spesso a riposo un vulcano che e poi esploso nel rettangolo verde. Un simbolo di Napoli, dunque, che nei suoi 169 cm sembra apparire come un gigante, odiato dalle difese avversarie, fratello dei suoi compagni di “viaggio”.
Anche fuori dal campo si è integrato in modo meraviglioso, mostrando insieme alla sua fidanzata interesse nello scoprire la storia, la cultura di questa città, invitando innumerevoli volte amici e parenti, affinché anche loro potessero assaporare a pieno le beltà di Napoli.
Un grande testimonial per chi all’estero non conosce la capitale del Sud.
E allora baciala, ragazzo, che il futuro sia ricco di goal e di giornate azzurre come il mare; come il cielo; come questa maglia.