Mino Raiola non smette mai di stupire. Sicuramente penserete ad un nuovo grande affare dell’agente visto la finestra di mercato ancora attiva; invece questa volta finisce alla ribalta delle cronache per un’intervista a tutto tondo sulle sue operazioni di mercato. Tra i mille temi, come ad esempio i trasferimenti di Ibra, Balotelli e tanti suoi assistiti, viene incalzato anche da una domanda su Marek Hamsik. L’ormai famosissimo agente attacca il giocatore sulla scelta di non aver forzato la mano, sulle motivazioni ed il rendimento e poi spiega anche i motivi del distacco tra i due (anche se in realtà sarebbe stato il giocatore ad averlo allontanato dal suo entourage): “Quando dicevo che bisognava venderlo valeva 60-70 milioni. Oggi invece a quanto siamo? Si è seduto, l’ambiente si è saturato, non ha più stimoli. Non sono andato avanti nel lavoro con lui perché le nostre filosofie erano diverse. Io ero cattolico, lui protestante, non potevamo stare nella stessa chiesa. Quando prendo un giocatore gli chiedo due cose: dove vuoi andare e come ci vuoi arrivare. Se avessi avuto Messi gli avrei cambiato già quattro volte squadra, ma non per i soldi: quelli li guadagnavamo pure lì a forza di rinnovi. Ma perché sarebbe migliorato anche lui”.
Fonte: Gazzetta dello Sport