Il Napoli si tutela per il futuro. Dopo il contratto da professionista per Alfredo Bifulco, diamante grezzo della primavera azzurra e già titolare indiscusso della nazionale italiana under ’97, nel fine settimana dovrebbe arrivare il rinnovo per Luigi Sepe, portiere in forza all’Empoli, che quest’anno sta facendo molto bene nel club toscano e sulla buona strada per tornare quindi all’ombra del Vesuvio.
Tra i pupilli(ni) di Benitez c’è anche Antonio Romano, paragonato dallo stesso mister addirittura al leggendario Gerrard per i movimenti e la posizione in campo. Chissà se lo stesso un giorno riuscirà a diventare il faro che illuminerà il centrocampo napoletano.
La “scugnizzeria“, dunque, continua a crescere, importante anche per rispettare la legge Tavecchio in vista della prossima stagione, la quale prevede quattro giovani cresciuti nella primavera partenopea all’interno della rosa.
La mancanza di strutture adeguate, purtroppo, è una pecca da colmare.
De Laurentiis sarà costretto ad investire per rendere la società di prima linea. La questione stadio invece sembrerebbe, finalmente, arrivata ad un punto cardine. Il sindaco De Magistriis ha confermato l’intento di iniziare (seriamente) il rinnovamento del San Paolo per giugno. Si spera che le parole possano trasformarsi in fatti.
Per il momento, i “piccoli” si avviano a diventare finalmente grandi e un domani potremmo vederli vestire la maglia ambita fin dai loro primi calci al pallone; impossibile, inoltre, dimenticare i tanti azzurrini in prestito nei vari club di serie B o Lega Pro (Novothny, Allegra, Nicolao o Roberto Insigne), i quali giocarono da protagonisti un bel campionato e la finale di Coppa Italia contro la Juventus, persa per un solo goal di scarto nei minuti finali.
Esempio importante, a proposito, è lo stesso Lorenzo Insigne, il quale ha dato un senso di “napoletanità” (parola molto amata dal presidente) ad un club che parla ormai tantissime lingue; così la società puntando sul talento di Frattamaggiore ha dato così un certo appeal al club, riuscendo nel grande obiettivo di riportare a casa, dopo un periodo di prestiti, il propri “scugnizzo”.
Un patrimonio da non sciupare né bruciare, augurandoci che possano ripercorrere le stesse avventure calcistiche degli ex Ferrara, Bruscolotti o dei fratelli Cannavaro (citando solo alcuni di quelli che hanno contribuito in parte alla storia del Napoli).
Tempo al tempo insomma. A caccia di nuovi campioncini, ovviamente tutti made in Naples.