Una scenografia da brividi quella del San Paolo prima dell’inizio del match: 60.000 voci che si univano a quella degli altoparlanti che intonavano “Napule è” del “re” Pino Daniele.
I brividi, purtroppo, sono venuti anche dopo il primo goal di Pogba che ha spiazzato tutti dopo un bell’inizio degli azzurri resisi pericolosi con De Guzman, il quale però non è riuscito a centrare lo specchio della porta.
Un primo tempo a grandi ritmi, stile “ping pong”, poco possesso e molti passaggi anche sbagliati da ambo le parti. Tutto sommato, però, si chiudono i 45 minuti nella massima correttezza.
Il bello, o meglio, il brutto doveva ancora venire.
Questa volta si possono trovare poche discriminanti alla difesa, quasi sempre attenta su ogni palla grazie alle chiusure dei colossi Albiol e Koulibaly hanno protetto i pali di Rafael, raramente impiegato. Si potrebbe aprire poi un lungo dibattito per quanto riguarda il goal di Caceres, il quale rivisto in televisione appare senza alcun dubbio in fuorigioco. Ovviamente nulla è stato segnatalo.
Peccato aver quindi macchiato un match che si stava avvicinando al termine con la massima diligenza da parte degli arbitri. Tagliavento pressoché impeccabile fino a quel punto.
Il goal di Britos pochi minuti prima era stata solo una flebile speranza spezzata dall’uruguagio.
Poco Napoli, poca grinta nel reparto offensivo, scarse fiammate del solo Mertens entrato benissimo in partita ma che ha poi regalato qualche spunto, per altro non proficuo.
Gabbiadini in evidente difficoltà, entrato ormai a partita decisa non è riuscito ad incidere, non conoscendo nemmeno bene i movimenti dei suoi compagni.
Un altro episodio, inoltre, ha fatto molto discutere. Il goal del Napoli, o meglio l’autogoal, era regolare? La gomitata di Koulibaly non è sembrata né così forte né così decisiva.
Così si conclude il match, la Juve dopo 14 anni sbanca il San Paolo tra proteste, fischi e indignazione dei presenti.
Il calcio ancora una volta ci ha regalato una brutta pagina di sport.
Pino, perdonaci, qui sulla Terra siamo dispiaciuti per non averti salutato nel modo in cui avresti voluto. Sugli spalti sicuramente il tuo pubblico ti ha degnamente ricordato.
Un arrivederci da Napule.