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Gaffe e scuse Tuttosport, i genitori di Ciro non ci stanno

Tutto è iniziato con un sondaggio proposto dalla testata giornalistica “Tuttosport” nel quale, tra le varie opzioni proposte come “evento dell’anno”, vi era la morte di Ciro Esposito. Questa clamorosa gaffe ha mandato su tutte le furie i genitori di Ciro. La redazione di Tuttosport ha subito provveduto a scusarsi via web: “C’è stata sicuramente una cattiva formulazione della categoria “evento dell’anno”, dove si intendeva fatto di cronaca riguardante lo sport e per questo poteva includere anche la tragedia di Ciro Esposito. Abbiamo provveduto a correggere gli errori e ce ne scusiamo vivamente con i lettori e con chi, giustamente, si è sentito offeso”.
I Genitori di Ciro, però, hanno inviato una lettera al direttore della testata. Di seguito i tratti salienti:
Spett.le direttore,
le scriviamo per esprimere tutto il nostro disappunto, la nostra indignazione e il nostro profondo rammarico nel leggere del sondaggio che la vostra testata ha lanciato ieri per i lettori[…] Inserire nell’elenco degli avvenimenti da ricordare, come fosse una data da festeggiare, la tragedia non solo di una famiglia, ma di una città intera (oltre che di un paese, se vogliamo) lo riteniamo assolutamente indegno. Ci sentiamo offesi e mortificati nel nostro dolore dalla pubblicazione di quel sondaggio indirizzato ai lettori, tanto più che così si rendono vani gli sforzi fatti nel corso di questi sei mesi dalla signora Antonella Leardi, mamma di Ciro Esposito, di diffondere un messaggio di non violenza tra i tifosi e non solo[…] È questa l’informazione per un quotidiano di settore, che dovrebbe trasmettere valori di sport sano e legalità ai suoi lettori? Le scuse arrivate sul web dai suoi redattori non bastano a cancellare il dolore arrecato alla famiglia di Ciro e all’Associazione che porta il suo nome. Specie perché l’obiettivo ormai – a quanto pare – è stato raggiunto: vendere il maggior numero possibile di copie. Ci auguriamo che lei, dato il ruolo che ricopre, voglia porre rimedio a questa ennesima mortificazione verso una famiglia che soffre. Buon lavoro e buon anno”.

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