Mertens, ultimo controllo prima del ritorno in campo. Al Marassi ci sarà

E oggi un altro controllo, l’ultimo, per scrupolo. Per certificarne definitivamente la guarigione, per essere  certi che sia pronto davvero. Per ribadire scientificamente una sensazione che ormai da giorni ha rasserenato tutti. E che è refertata, relazionata. Scritta. Mertens è disponibile. Sente che sta bene, conta i giorni che lo separano dal ritorno in campo. Il week end calcistico più lungo dell’anno ne sta esasperando l’attesa. L’ottimismo è uno stato d’animo che accelera i battiti. E il belga freme, il rientro è vicino, vicinissimo. Ma da ufficializzare.

IL RECUPERO – Oggi un’altra visita. Poi l’allenamento in gruppo: il primo da quando Mertens è tornato a correre. La simulazione di quel che sarà la partita: scatti, dribbling e soprattutto il contatto con l’avversario. Il fiato c’è, garantito. Pure ieri a Castel Volturno lunghe corse solitarie, giri di campo interminabili, sedute personalizzate. Lavoro d’equipe, insomma: lui, lo staff tecnico e quello medico, lì a monitorarne i progressi. Evidenti. Ora però l’accelerata, ma con la squadra. Per capire davvero com’è che sta, che forza ha nelle gambe, quanti minuti può reggere a Marassi.

TUTTO PRONTO – L’orologio è puntato a stamattina: sveglia, colazione, il sorriso atteso del medico e via veloce in campo. La voglia è enorme. Due settimane fuori, ora si scalda, per giocare: che sia dall’inizio o per un pezzetto di gara soltanto. Ma Mertens c’è. Niente più scheletri nell’armadio, niente più fantasmi di un passato preso a calci. Soltanto sorrisi, e attesa, tanta. Soprattutto di Benitez.

I SUOI NUMERI – Mertens fortissimamente Mertens. Per il piacere di riaverlo, certo, e in salute. Ma pure per esigenza, o meglio, emergenza. A sinistra, c’è un buco. Hamsik ha la fascia, ma non è… di fascia, si è adattato. Sacrificio e spirito di squadra, però che fatica. Questione di caratteristiche, interpretazione del ruolo, capacità di dare ampiezza alla manovra. Serve un esterno di mestiere. Ci vuole Dries Mertens. L’idolo del San Paolo che già prima dell’infortunio non è che se la passasse un granché bene: appena 745’ giocati, appena due reti allo Sparta Praga e neppure un assist: la sua specialità. Lui che ne festeggiò cento quand’era al PSV. In campionato dieci presenze, ma solo contro Palermo e Atalanta, dal primo minuto.

ASSIST – Il momento è davvero particolare. E ora è lui che ne aspetta uno, di assist. Anzi, due: dal medico e da Benitez. Ultimo parere positivo e la convocazione per la Samp. Questa sì che sarebbe una bella botta… Ma di buonumore.

 

Fonte: Il Corriere dello Sport

Articolo precedenteBigon cerca un esterno, il nome caldo è Strinic
Articolo successivoScommettiamo in Europa, componete le vostre schedine…!