Cori beceri, quando la vergogna non conosce geografia e sport. Scandalo a Montescaglioso

Cori beceri, una vergogna che non avrà mai fine. Eppure io credo ancora ad uno sport come legame, pace. Sono costretto ad essere smentito, sempre. Perché, con tutte le buone intenzioni, con tutte le iniziative…ci sarà sempre qualche voce fuori dal coro, qualcuno che sceglierà di distinguersi dalla massa, ma nell’accezione negativa del termine. Ci sarà sempre chi andrà allo stadio non per sostenere i propri colori, non per condividere la propria passione, ma per ostentare la propria miserabilità. A che scopo, ci si chiede. Non lo sapremo mai. Ma forse non lo saprà neanche chi si rende protagonista di questi episodi, alla fine.

Non chiamatemi fatalista, questa è la semplice realtà dei fatti. “Vesuvio lavali col fuoco” si canta da quando è nato il mondo, mi direte. Certo, questo è vero, ma perché smettere di sperare in un’inversione di tendenza? Se non subito, almeno gradualmente. Il dover segnalare atteggiamenti simili anche durante una partita di pallavolo, invece, scoraggia non poco.

Diario di un napoletano a Montescaglioso. Montescaglioso in provincia di Matera eh, non Torino o Milano, per seguire la trasferta della squadra di pallavolo della mia città, la Fiamma Torrese, contro la compagine locale. Ed è durante tutto il match che un manipolo di tifosotti locali si prestano a cori vergognosi contro Napoli e i napoletani. Vi parlo, però, di una quindicina di persone, non di un palazzetto intero, per fortuna.

Non importa il numero, contano i fatti. Una quindicina di ragazzi si prestano a questi cori? Bene, è in quel momento che si deve intervenire, non inviando di continuo segnalazioni che non sempre vengono ascoltate. Non si interviene, e nel frattempo questi ragazzi saranno diventati adulti e avranno insegnato anche ad altri piccoli a comportarsi così. Il ciclo non si fermerà mai, anche perché degli altri tifosi presenti nessuno ha osato metterli a tacere. Grave la situazione, considerando che ci sono dei precedenti: chiedetelo a Nneka Arinze, atleta italo-nigeriana del Mesagne Volley, che il 20 gennaio di quest’anno ha denunciato episodi simili durante un match giocato proprio in quel palazzetto. Palazzetto intitolato a Karol Wojtyla, bel modo di onorarlo, non c’è che dire…

In conclusione: nessuno interviene, il fenomeno dilaga e anche nella pallavolo si segnalano episodi simili, cosa ci può far essere ottimisti? Nonostante tutto io voglio crederci ancora, chiamatemi pure pazzo…ma la penso così. Dove nulla può la punizione tanto può dare il non prestarsi al loro sporco gioco. E poi, diciamocelo: avere un grande tesoro come Napoli suscita l’invidia di molti.

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