Primo record negativo per Higuain, nessuno ha fatto peggio…

Quasi sei mesi possono bastare. Undici giornate di campionato per l’esattezza. Tanto, quasi un’era geologica per un attaccante del calibro di Higuain: “Ma io sono tranquillo“, replica il Pipita a chi reclama un bisogno assoluto di un suo gol dopo una astinenza senza precedenti per lui e per qualsiasi bomber con la maglia azzurra.

L’argentino boccheggia inseguendo l’ossigeno di una rete scaccia incubi, mentre c’è chi adesso pretende l’overdose dopo l’astinenza. Senza l’ombra di un gol dal 13 aprile scorso, quando ha firmato una tripletta alla Lazio e poi è svanito nel nulla, nel gorgo di un infortunio a San Siro (control’Inter) e persino di un rigore sbagliato. Nessuno, tra i grandi cannonieri della storia del Napoli, ha avuto un simile inizio: mai nessuno,dopo le prime sei giornate di campionato,è rimasto fermo al palo.

Anzi, uno c’è: Daniel Fonseca. Che il primo sigillo, in quella stagione, lo realizzò addirittura dopo 9 giornate con una doppietta al Cagliari. L’astinenza, d’altronde, è una specie di tarlo: prendete Maradona, che per ben due volte (87/88 e 89/90) ha toccato la sesta giornata con il misero bottino di un solo gol. Per poi recuperare, alla grande, concludendo rispettivamente con 15 e con 16 reti. Senza dimenticare che nel 1989, Maradona esordì con la maglia azzurra solo alla quinta giornata dopo aver saltato il primo mese di serie A per il suo braccio di ferro con Ferlaino e la sua voglia di Marsiglia. Tempi lontani. Ma il mal di inizio può capitare a tutti.Pure a Savoldi che, alla terza stagione in maglia azzurra, segnò solo due gol alla sesta di serie A (ma comunque in quella stagione solo Paolo Rossi riuscì a segnare più di lui).

Certo, l’astinenza deve far male: Higuain ha sbagliato gol che mai ci saremmo immaginati potesse sbagliare, vittima di chissà quali allucinazioni. L’importante è che Gonzalo stia tranquillo, perché il centravanti peggiore è il centravanti ansioso. Higuain rischia di restare prigioniero di questo stato d’animo, perché una punta del suo livello si nutre segnando.

Il gol gli manca da morire. Però non è detto che per i bomber valga sempre il proverbio “chi ben comincia è alla metà dell’opera” .Tempo per recuperare c’è sempre, deve riprendere un po’ di smalto e lucidità da killer sotto porta. Dopodiché, resta l’ultimo dettaglio: una riga bianca da scavalcare.

 

Fonte: Il Mattino

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