De Guzman, Lopez e gli altri: aspettando i nuovi acquisti di Benitez

Benitez ha sempre definito questi calciatori funzionali al suo progetto. Perché in quel trimestre complicato, in quel mercato pallido e inespressivo, ad un certo punto è toccato all’allenatore spagnolo inventarsi la scelta giusta al prezzo equo: un difensore, un mediano e un centrocampista moderno, poi magari anche un vice-Higuain di respiro internazionale, e soprattutto la morsa di un bilancio da rispettare rigorosamente, ossequiosamente, affinché non si rischi di ritrovarsi sul precipizio. E allora, ladies and gentlmen, si diventa Rafa-boys, e senza che ciò rappresenti un onere o – peggio ancora, una responsabilità – semplicemente perché in quei cento giorni in cui lo scouting ha latitato ed il ds non ha avuto illuminazioni degne del profilo idoneo al Napoli, c’è voluta la cultura di Benitez per andare a scorgere in Spagna (o altrove) il materiale umano utile al suo Napoli: Koulibaly per cominciare, in epoche non sospette, non certo un low cost ma una prospettiva di calciatore sulla quale investire (pure economicamente); poi Michu da rigenerare, da ricostruire fisicamente, però conoscendone i pregi ed anche la fisicità; infine De Guzman e Lopez, la coppia assortita seguendo i principi riconosciuti ad una società che in dieci anni ha fatto del fair play finanziario il proprio status: e allora, in quel recinto, senza avvicinarlo per non correre poi pericoli seri, è stata avanzata una strategia di intervento moderata, cioé cercare (e trovare) le identità ideali, cioé i calciatori in grado di sposare le esigenze tra i costi economici ed in ricavi tecnico-tattici. De Guzman rappresenta il compromesso per poter ottenere da un calciatore dai piedi buoni la fase di palleggio ed anche una sua poliedricità che è nei fatti, nella sua storia personale, condita dal ruolo di trequartista nello Swansea e da play maker nell’Olanda di Van Gaal; David Lopez è più mediano, sa interdire e costruire, ha il fisico ed anche la capacità, nel caso serva, di scivolare in difesa, a fungere da centrale. Il calcio è paradossale: De Guzman entra a Marassi, taglia la tensione che si avverte e ribalta gli stati d’animo, trasformando un pareggio in una vittoria in quel momento salvifica. Poi con il Chievo ne indovinasse una. Ma nel pallone c’è nascosto un destino che non sempre si riesce a leggere: ma è più semplice provare a farlo, sapendo cosa chiede (alla lunga) Benitez. Mica si diventa Rafa-boys solo per convenzione…

Fonte: A. Giordano, Corriere dello Sport

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