Maurizio Sarri: “Orgoglioso di allenare la Juve. Le squadre che alleni sono come le figlie: non saranno mai uguali”

Prima intervista da allenatore della Juventus per Maurizio Sarri ai microfoni di JTV: “La consapevolezza di essere arrivato in un club importantissimo. Ho la fortuna di arrivare dal Chelsea che è un club che è diventato importantissimo negli ultimi anni, ma la storia è diversa. Qui c’è una storia lunga, centenaria, al Chelsea è una storia ventennale. Poi le sensazioni, al di là del club, le danno le persone. Ieri sera ho visto un gruppo coeso di persone con un grande mentalità. L’impressione è bella e la sensazione è che la società sia snella e fatta di persone coerenti e coese tra di loro“.

Quant’era la voglia di ritornare in Italia? Ed è così diverso a livello tecnico e di atmosfera il calcio inglese dal nostro? La scelta dell’estero l’anno scorso era una scelta ponderata, ma una volta fatta mi sono reso conto che è un’esperienza straordinaria. In questo momento la Premier a livello di visibilità è il campionato più importante e ricco del mondo, il livello tecnico elevatissimo, le strutture straordinarie e quel che è importante è l’atmosfera negli stadi. Tifoserie che arrivano insieme allo stadio, bambini intorno alle panchine, qualcosa di bellissimo. Noi in questo momento siamo costretti a rincorrere, speriamo di migliorare e tornare quello che eravamo 20 anni fa: il punto di riferimento del calcio mondiale“.

Com’è nata questa scelta della Juventus?All’interno di questa esperienza bellissima c’erano altre situazioni anche personali che mi facevano pensare che fatto l’anno di esperienza fosse poi il momento di tornare a casa. Da lì il mio pensiero ha iniziato a girare su questa lunghezza d’onda e la Juventus è stata la società che mi ha cercato con più convinzione, con più compattezza tra i dirigenti, e questo mi ha colpito e mi ha fatto decidere abbastanza velocemente ad arrivare in questa grande società che fino a un anno prima era la nemica storica con cui avevo combattuto anche in maniera forte, perché se non tiri fuori il 120% non puoi pensare di sconfiggere la Juventus. Però devo dire questa determinazione dei dirigenti mi ha colpito particolarmente“.

Maurizio Sarri parte da lontano. Quanto conteranno queste esperienze in questa nuova avventura? “Contano tanto. Sono esperienze fatte in progressione non solo temporale, ma anche a livello di qualità dei giocatori e società allenate. Con l’esperienza ti rendi conto che quello che puoi fare in certi club con certi giocatori non puoi farlo in altri club con altri giocatori. Bisogna innescare la propria filosofia di calcio, ma più sali nella scala dei valori e più devi rispettare le caratteristiche dei giocatori. Se fai tre figli e dai la stessa educazione a tutti e tre ti vengono fuori tre persone con tre caratteri diversi. Le squadre sono come figli, una squadra per fortuna non sarà mai uguale a un’altra che hai allenato“.

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