L’Analisi – Napoli dalla doppia faccia: prima timida poi tosta

Un black-out di 30′ per il Napoli che costa tre punti ma che rende merito ad un Manchester City apparso comunque di un livello superiore alla squadra di Sarri.

Quasi irriconoscibili Mertens e compagni nella prima mezz’ora all’Etihad Stadium. L’uno-due dei ragazzini terribili di Guardiola nei primi 15′ sembrava essere il preludio ad una sconfitta annunciata che poteva anche sfociare in una punizione immeritata per gli azzurri. È dopo due brividi che il Napoli ha rialzato la testa sbagliando però un rigore con Mertens a fine primo tempo ma segnandone un altro nella ripresa con il bomber che non ti aspetti, Amadou Diawara. Una ripresa che ha visto il Napoli ribaltare anche le statistiche di possesso palla e di occasioni da rete. Peccato non aver avuto l’approccio giusto all’inizio ma i meriti vanno dati anche ad una squadra come il Manchester City che Guardiola ha costruito a sua immagine e somiglianza. Per vincere. Tanti i complimenti del tecnico spagnolo per il suo collega Sarri. Per Pep questa è stata una partita perfetta per i suoi che altrimenti non avrebbero potuto avere la meglio, sue testuali parole, contro una squadra come il Napoli che è imbattibile. Parole che faranno piacere a Sarri che quando Guardiola vinceva la Champions da giocatore era ancora dietro una scrivania in banca e quando lo stesso Pep faceva il triplette con il Barca, il tecnico azzurro arrancava in C con il Perugia. Il tecnico ex Barca ha mostrato tanto rispetto per il Napoli non solo dietro i microfoni ma anche nel suo atteggiamento in campo andando a gestire nel finale un match quando ha capito che, prestando il fianco, avrebbe potuto subire una inaspettata rimonta. Gli elogi, seppur apprezzati, alla fine non danno punti agli azzurri che adesso dovranno vincerne almeno due se non tre gare per essere certi del passaggio del turno.
L’olio di Lorenzo – Ad aumentare il rammarico per la sconfitta c’è certamente l’uscita anticipa dal campo di Lorenzo Insigne nel secondo tempo a causa di un problema all’ adduttore che, speriamo, si risolva in tempi brevi per il big match di sabato sera contro l’Inter. Tutti con le dita incrociate in questi giorni sperando che Insigne abbia avuto l’intuizione di sventare un infortunio più grave fermandosi tempestivamente. Certamente il campanello post Roma in cui il folletto di Frattamaggiore aveva denotato qualche segno di stanchezza, fa pensare come lì davanti la coperta sia forse un po’ troppo corta. Lorenzo gioca ormai, come anche molti suoi compagni, a livelli altissimi da diversi mesi sia in campionato che in Nazionale.
Testa e gambe appannate – Stanchezza a parte comunque è probabile che la gara con l’Inter possa essere stata troppo presente nella testa di qualche azzurro anche se comunque non lo si può ritenere un’alibi per la prestazione preoccupante di alcuni di loro. Esclusa la prima mezz’ora in cui nessuno può considerarsi immune da critiche, chi ha deluso su tutti è stato Dries Mertens. Il belga è apparso alquanto stanco e poco lucido come anche in occasione del rigore poi sbagliato. Un fantasma anche Zielinski che Sarri ha provato a rigenerare in un ruolo in mediana che lo scorso anno lo vide protagonista ma che quest’anno fa fatica ad esaltarlo. Allan ha dimostrato di essere imprenscindibile in questo centrocampo ma farlo giocare sempre sarebbe controproducente visto anche lo stop di Insigne. Ha impressionato la personalità di Diawara che ha provato a ritrovare le geometrie e la sfrontatezza che lo avevano contraddistinto lo scorso anno. Tirare il rigore è stata una scelta, una prova di carattere che potrebbe finalmente dargli quel sorriso che da inizio anno è sembrato mancargli. Da questa gara ne esce certamente in maniera positiva rispetto alle precedenti apparizioni. Non ci sono però più aggettivi invece per Faouzi Ghoulam autore di un’altra prestazione maiuscola che vale come ulteriore messaggio per affrettare il suo rinnovo contrattuale.
Cammino in salita – La vittoria dello Shaktar in casa del Feyenoord rende ancora più complicato e in salita il cammino in questo girone. Con il City ormai lanciato, gli azzurri si giocano il secondo posto con gli ucraini, sapendo di dover necessariamente vincere la gara casalinga contro di loro e fare colpaccio in Olanda all’ultima giornata sperando che il City faccia bottino pieno contro lo Shaktar. Nel mezzo la gara al San Paolo contro la banda di Pep Guardiola che, se affrontata con lo stesso piglio del secondo tempo, potrebbe regalare qualche punto inaspettato. Pesa ancora come un macigno la gara in Ucraina giocata forse con troppa leggerezza e che speriamo non costi caro nell’economia del girone che con una buona differenza reti potrebbe essere superato con 9 o 10 punti.
Adesso testa all’Inter per Sabato cercando di prendere il meglio di questa gara. Un “meglio” che principalmente passa per la consapevolezza di aver tenuto testa ad una squadra di alto livello costruita per vincere sia la Premier che la Champions e dal fatto che non bisogna mai abbassare la guardia ma restare sempre concentrati e determinati come nella seconda parte della gara contro gli inglesi.

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