L’Analisi – La fortuna degli audaci e il salto di qualità

Continua senza intoppi la marcia degli azzurri in questo campionato, sempre e comunque tampinati da Juventus e Lazio in attesa dell’Inter che non dovrebbe avere problemi contro il Verona.

Anche il Sassuolo, bestia nera lo scorso anno con due pareggi, non riesce ad arginare la valanga azzurra. La squadra dell’ex centravanti azzurro Christian Bucchi, ha provato con la sua dinamicità a mettere in difficoltà la linea difensiva azzurra ma alla fine è anche lei caduta trappola delle fitte trame di gioco della squadra di Sarri. Il Napoli è apparso ieri forse un po’ distratto ma ha comunque cercato di gestire al meglio alcuni momenti della gara in cui Mertens e compagni sono apparsi eccessivamente sornioni, forse per il pensiero al City o per gestire le forze come già fatto in alcune gare precedenti. Alla fine però gli azzurri hanno sempre portato a casa il risultato pieno perché qualcosa è cambiato davvero nella testa di ognuno di loro. E’ il segnale del vero salto di qualità di questo gruppo che non ha intenzione di mollare nulla e non si lascia mai travolgere dagli eventi.

In aggiunta alla tenacia, ieri anche la fortuna ha iniziato a dare una grossa mano agli azzurri ad inizio gara con la traversa colpita dal neroverde Sensi su punizione. Si sa che la fortuna aiuta gli audaci e il Napoli di quest’anno fa proprio dell’audacia la sua forza maggiore. Non si risparmiano mai gli azzurri e anzi mostrano gara dopo gara una crescita di mentalità, tipica della grande squadra. Basti pensare al gol del pareggio di Falcinelli (al secondo centro al San Paolo in due anni) a cui ha replicato dopo neanche 2 minuti Callejon su azione d’angolo grazie alla complicità di Insigne e…Consigli. Pensiamo poi al primo gol di Allan, nato si da un eccesso di confidenza della difesa del Sassuolo, ma anche e soprattuto dalla tenacia e dalla determinazione del centrocampista brasiliano del Napoli, sempre più leader della mediana azzurra. Sempre guardando alla fortuna, trema due volte il palo della porta sotto la Curva A. Nel primo tempo su tiro (di destro!!) di Ghoulam e nel finale di gara su conclusione di Acerbi, nata dalla prima vera applicazione del VAR al San Paolo. A beneficiarne Chiriches che aveva sciaguratamente atterrato Falcinelli al limite dell’aerea. Rigore in prima battuta ma poi diventato punizione per intercessione del VAR.

La gara di ieri, episodi a parte, ha celebrato ancora una volta la qualità del reparto avanzato azzurro e in particolare di Dries Mertens, alla sua 200esima gara in azzurro. Altro gol, e sono dieci quest’anno, 42 in 53 gara da centravanti, numeri mostruosi per un ragazzo esploso a trent’anni in un ruolo per lui mai sperimentato. Merito dell’intuzione di Sarri ma anche e soprattutto sua, essendo stato capace di calarsi al 100% in una nuova veste che ormai gli calza a pennello. Sono 80 le reti totali in queste 200 gara e gliene mancano 11 per eguagliare e superare chi gli aveva lasciato il posto al centro del’attacco, ovvero Higuain.

Tra le tante note liete, come l’ennesima gara positiva di Christian Maggio, anche qualche nota stonata va trovata nella gara di ieri per non avere in futuro problemi e provare sin da oggi a risolverli. Oltre alle amnesie già citate di Vlad Chiriches, dopo quella di Genova, anche Piotr Zielinski ha mostrato notevoli passaggi a vuoto al suo ingresso in campo perdendo non solo due facili palloni ma anche sbagliando passaggi elementari. Cosa succede al polacco? La sfortuna è appellabile nel tiro nel finale con un doppio palo colpito, ma non per il resto. Speriamo Sarri trovi presto rimedi per il ragazzo e lo riporti ai fasti dello scorso anno.

E adesso testa alla Champions per provare un’impresa che darebbe ancora più lustro all’ottimo cammino in Campionato.

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