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Capasso a MN: ”Mercato Napoli da 9 in pagella! Osimhen top player, ma ha un problema”

Luigi Capasso, direttore di BrandItalia24 ed esperto di comunicazione aziendale, ha rilasciato un’intervista ai microfoni della nostra redazione.

Per lei è stato un calciomercato positivo? Che voto darebbe al Napoli?
“Darei 8 e mezzo vicino al 9. Si è rafforzato tanto tranne che con la cessione di Koulibaly. Ha una rosa all’altezza per affrontare le tre competizioni e quindi fosse rimasto il senegalese sarebbe diventato eccezionale. E’ mancata la ciliegina sulla torta, ossia l’arrivo di Navas che avrebbe portato ad un livello tecnico più alto nella rosa. Ma Meret, secondo me, sta facendo bene”.


La partita di ieri ha mostrato qualche limite tecnico dei nuovi giovani ma anche di Spalletti. Lei chi ha visto o chi considera come maggior colpevole?
Principalmente sono state le scelte tattiche di Spalletti perché appena ha visto che il Lecce giocava con una linea bassissima e uomo contro uomo a quel punto bisognava trovare delle soluzioni. Non mi è piaciuto nel post partita quando ha parlato di aver fatto tanti cross. In realtà ne ha fatti pochi. Quando si affronta il Lecce così chiuso andavano fatti più cross per scardinare la difesa. Non puoi inventare un giro palla continuo all’esterno dell’area come è avvenuto quando è entrato Lobotka in campo. Andava buttato dentro anche Kim. Ricordate come faceva l’inter con Ranocchia negli anni scorsi? Così! Ci vuole coraggio in certi momenti. Simeone non valeva la pena buttarlo dentro essendo alto 1,80 e dunque non ottimale per questo tipo di soluzione”.


In virtù di queste considerazioni. E’ l’ultimo anno di Spalletti se il riscatto non sarà esercitato. Se fosse in De Laurentiis anche se prematuro, rinnoverebbe Spalletti?
“E’ prematuro parlare del futuro di Spalletti al 31 agosto. Bisogna dare continuità ai risultati da parte del tecnico. Deve ottimizzare le risorse che ha. Ha perso Fabian e Koulibaly. Ma Insigne non era più lo stesso di prima, segnava poco e da fermo. Siamo tutti affezionati a lui ma secondo me ci ha guadagnato con la sostituzione con Kvara. Anche Fabian è un grandissimo giocatore ma in alcuni momenti serviva un leader più forte di lui. Anguissa ci prova ma non è ai livelli di Pogba, Di Maria… Ndombele mi ha deluso molto. Un esempio chiave è il calcio di rigore che ha causato. Non aveva senso provocare un fallo così in quel momento
”.

Secondo lei il Napoli può reggere il modulo 4-2-3-1 con Raspadori ad agire da sottopunta? ”Il modulo visto in campo contro il Lecce non aveva né capo né coda. Quando Spalletti ha Zielinski che sta bene e gioca come sottopunta, lui fa da raccordo e riesce non solo ad inserirsi, ma riesce a venire già e a fare spazio ad uno dei mediani. Inoltre, questo modulo dà fastidio a Lobotka, perché non regge il doppio play. È un calciatore con visione di gioco, smista palle a destra e a sinistra, con un calciatore accanto fa fatica. Infatti, quando Spalletti ha fatto il 4-2-3-1 con Lobotka, veniva sempre più giù di 5 metri per dare spazio a Fabian Ruiz nella scorsa stagione, di avanzare e mettersi in linea con un altro giocatore. Questo del Napoli è un 4-2-3-1 atipico, è diverso da quello visto alla Roma e allo Zenit. Con le caratteristiche dei giocatori partenopei appare come un modulo atipico, e non credo che Raspadori abbia le caratteristiche per fare il sottopunta. Lui è una seconda punta, schierato in quella posizione deve chiudere al limite dell’area di rigore, dopo 40 minuti sarà stecchito”.

Ostigard può trovare più spazio nel corso della stagione? “Può giocarsela tranquillamente con Rrahmani. Certo, è più facile giocare accanto ad uno come Koulibaly, perché anche ieri si è visto, specie in occasione del gol di Colombo. In quella situazione, se hai un difensore che comanda il reparto, da quella posizione l’attaccante non calcia mai. Invece ha avuto tutto il tempo di calciare, perché manca un leader difensivo, un uomo di personalità che chiama le uscite e chi deve salire. Ostigard non lo è, Kim lo potrebbe diventare, Rrahmani nemmeno lo è. Ostigard può superare il kosovaro nelle gerarchie di Spalletti, perché ha una fisicità maggiore, anche perché Kim piace uscire dalla linea difensiva, e serve qualcuno che gli faccia copertura. Anche se ieri è capitato il contrario, Kim su due uscite del norvegese è andato a fare la diagonale alle spalle del suo compagno, quindi a chiudere in un’occasione”.

Lei ha seguito in prima persona il Napoli della cavalcata in Champions League targata Mazzarri, quali sono le analogie e le differenze con quello odierno?No, assolutamente. Non ci sono analogie, era spettacolo puro quando  Cavani partiva da metà campo! Osimhen non ha ancora la sua tecnica. E il Pocho Lavezzi, quando andava a spaccare le difese in quei momenti in cui quelle non si aprivano. Era un Napoli spettacolare che ti portava ad alzare in piedi ed applaudire. Analogie non ne vedo, vedo un grande Napoli ma con un livello di campionato molto più basso. Il Napoli di Hamsik non vinceva solo per mezzo di una Juventus troppo forte. Questi giocatori qui non si rivedranno facilmente. Forse Kvaratskhelia ed Osimhen hanno il potenziale per avvicinarsi. Però noi ci aspettavamo anche che Zielinski diventasse il nuovo Hamsik eppure non lo è diventato e per di più l’anno scorso ha vissuto una fase discendente”.

Che uomo era Aronica? “Salvatore è stato un giocatore di sacrificio. Lui è un uomo del sud, vero come pochi. Al Napoli è stato fondamentale anche come uomo spogliatoio”.

Perché Emanuele Calaiò non è mai riuscito ad esprimere il suo calcio a Napoli? “Calaiò è stato impressionante a Palermo e non a Napoli. Lui è stato a metà tra l’essere bravo e potente e non ha mai trovato una vera e propria identità. Emanuele Calaiò non ha mai capito il ruolo da prima punta, a Napoli voleva giocare palla a terra e non con la palla alta”.

Spalletti può influire o quanto già ha influito su questo “nuovo” Napoli? ”Spalletti influisce tantissimo, è uno che comanda. Non accetta che qualcun’altro comandi al suo posto, per questo sono nati problemi all’Inter. Al Napoli se Lozano viene richiamato può solo che storcere il naso, all’Inter al cospetto di Skriniar e di Lautaro Martinez era più complicato. Inoltre lì c’era anche Icardi con cui ha avuto molti conflitti”.

Il Napoli può battersi contro un avversario del livello del Liverpool in questo girone di Champions? “La Champions è la Champions, il Napoli può battersi contro Milan, Inter, Juventus e la neo-capolista Roma ma gli azzurri non sono a livello del Liverpool. Può batterlo nella sfida singola per mezzo dell’entusiasmo del “Maradona” con un Liverpool allo sbaraglio. Nel calcio c’è la differenza tecnica. Ad esempio con il Lecce c’è un abisso tecnico e non una buona differenza con cui la si può avere col Liverpool.

Gli addii di elementi come Insigne, Mertens e Koulibaly, rappresentano l’assenza di un leader all’interno del gruppo? ”Sicuramente sì. Al Napoli manca un leader che sia capace di trascinare la squadra, di dare indicazioni in campo o di consigliare le sostituzioni da fare. Dare la fascia a Di Lorenzo è giusto in parte. L’ex Empoli è un grande professionista però non ha la stampa da trascinatore. Questo problema sorge anche a causa di Spalletti. L’ex Inter ha sempre avuto dei problemi con i leader perché vuole “comandare” da solo nello spogliatoio”.

Osimhen è da tempo ormai con il Napoli ma non ha mai dimostrato il suo vero valore. Il nigeriano è davvero un top player oppure non è un giocatore a questi livelli? “Secondo me Osimhen è un top player. Le sue caratteristiche le conosciamo tutti, velocità, fisicità e esplosività. Spalletti lo ha migliorato tantissimo, rimane un grande ostacolo per il nigeriano. Il suo problema più grande è la coordinazione. Cade troppo spesso ed è evidente che è scoordinato. Dovrà lavorare con intelligenza su questo aspetto perché ha tutte le carte in regola per diventare un fenomeno”.

Dopo queste prime 4 giornate di Serie A, qual è il talento che l’ha maggiormente emozionata? “Ci sono tantissimi ragazzi che mi stuzzicano quest’anno. A partire da giocatori come Rovella. Secondo me Leao è uno che spaccherà sempre di più. Anche se in questi ultimi due anni non è più una sorpresa ma voglio metterlo in questa “lista”.  Se dovessi citare un nome nuovo in rapporto alle prestazioni e all’età direi Kvaraskhelia. Mi ha impressionato dopo questo inizio boom con il Napoli. Nelle ultime due diciamo che ha un po’ calato il ritmo ma è del tutto comprensibile”.

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