Diritti Tv, Ferrero: “Nulla contro DAZN, ma ho una perplessità”

Massimo Ferrero, presidente della Sampdoria.

Massimo Ferrero, presidente della Sampdoria, in esclusiva a Milano Finanza, ha parlato alla vigilia della nuova convocazione dell’assemblea di Lega Serie A, chiamata a votare per l’assegnazione del bando dei diritti tv per il triennio 2021-2024.

Al momento gli schieramenti sono chiari: tutte le big, eccetto la Roma, piu’ Verona, Udinese, Atalanta, Fiorentina e Parma sono a favore di Dazn, mentre Benevento, Crotone, Bologna, Genoa, Spezia, Sassuolo, Torino, Roma e Sampdoria preferiscono Sky.

“Non conosco le motivazioni per le quali i cosiddetti grandi club sono con Dazn. Io non ho nulla contro Dazn, l’ho detto e lo ribadisco, ma sono molto perplesso perche’ nessuno, tra chi la sostiene, ha voluto approfondire, anche solo con una consulenza tecnica “terza”, i problemi di migrazione da Sky a Dazn.

Premetto che tutti i miei interventi sulla questione hanno avuto e hanno un solo scopo: a tutela degli appassionati che seguono il calcio in tv.

Perche’ questa posizione cosi’ rigida? Io, da normale cittadino, leggo, m’informo, ascolto: un Ministro della nostra Repubblica dice che siamo il paese con il maggior “digital divide” in Europa, che la Dad ha problemi, che il 60% degli italiani fatica nella navigazione sul web, che la conformazione del nostro stesso territorio crea problemi.

Dunque, qualche domanda me la faccio: chi non se le farebbe al posto mio? E perche’ queste domande non se le sono fatte i grandi club italiani? Va chiesto ai loro presidenti e ai loro rappresentanti quali sono le loro motivazioni, io non le conosco”.

Dopo la scelta del Cagliari di abbandonare la votazione per l’assegnazione dei diritti tv, la Lega è sempre più spaccata e c’è il rischio di incorrere nella scadenza del bando. Alla domanda su come si possa raggiungere un accordo per evitare ciò, Ferrero afferma: “Non so perchè si è creata questa frattura. In assoluto avrei solo voluto che le cose fossero fatte meglio da chi abbiamo nominato per tutelare tutti i club”.

Per quanto riguarda i diritti televisivi per il triennio 21-24, nell’ipotesi che vengano assegnati a Dazn: “Mi preoccupa come la scelta verrà la recepita dai telespettatori, da sempre abituati all’abbonamento pay-tv di Sky. Noi vogliamo che il calcio italiano abbia un seguito sempre più alto di tifosi negli stadi, quando finalmente riapriranno, e di appassionati davanti alla tv. Non devono esserci barriere architettoniche e tecnologiche.

In questi mesi i cittadini italiani, complice questa pandemia, hanno dovuto affrontare già tanti problemi, molto molto più seri di questo, ovviamente.

Avranno voglia di cambiare le loro abitudini per quanto riguarda il calcio alla tv? Saranno pronti a lasciare la strada vecchia, che non offre solo calcio e sport, per imboccarne una nuova, certamente più smart, ma forse ancora lontana dal loro ‘quotidiano’? Non lo so”.

Passando al tema dei fondi, l’atmosfera in assemblea Lega si fa sempre più tesa, con 7 squadre contrarie ai fondi, tra cui diverse big, (Juventus, Inter, Napoli, Lazio).

Recentemente è intervenuto Paolo Dal Pino, affermando che i presidenti di Juve e Napoli, opponendosi ai fondi, stanno facendo i loro interessi personali e non quelli collettivi della Lega: “Concordo con Paolo dal Pino. La Lega deve essere di tutti e per tutti, non per tre-quattro club, e ognuno di noi deve pensare al bene del campionato italiano, chiaramente alla propria società, ma non ad altri interessi che poco hanno a che fare con quanto dovremmo decidere.

Quella dei fondi è una scelta strategica: va chiesto il perchè a chi ha fatto dietrofront a un metro dall’arrivo dopo due delibere all’unanimità in assemblea e un anno di lavoro.

La governance non funziona? E’ una domanda da porsi. Nelle altre leghe europee, ad esempio nella Liga spagnola, il business dei diritti tv è aperto ai cosiddetti operatori OTT (over the top): i giovani possono acquistare pacchetti di 2-3 partite o addirittura singole partite, a costi molto vantaggiosi. I Fondi avrebbero permesso questo e molto altro, con regole, trasparenti e pulite, basate su criteri internazionalmente riconosciuti. Ma a qualcuno piace il caos. Nel caos magari si vince”

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