Cds, Giordano: “È noto che tra Giuntoli e ADL ci siano divergenze ma il contratto parla chiaro”

Il giornalista del Corriere dello Sport, Antonio Giordano, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Radio Marte nel corso di Marte Sport Live circa il momento in casa Napoli: “Responsabilità tra proprietà, allenatore e direttore sportivo? Le metto in ordine gerarchico: primo posto Gattuso/squadra, secondo Giuntoli, terzo la proprietà. Gattuso con le giuste motivazioni nonostante sappia che la sua avventura è finita? Un allenatore con la sua statura e il suo passato ha il dovere di trovare motivazioni anche in scadenza. Altrimenti i contratti sarebbero finti se non venissero onorati. Ma l’argomento non riguarda Gattuso: nel calcio moderno c’è questa tendenza, non è un problema. Gattuso è un professionista indiscutibile, poi che piaccia o no questo è un discorso. Credo che De Laurentiis speri di trovare una squadra con maggiori accorgimenti e con motivazioni che non possono far chiudere eventualmente l’avventura in Europa League senza averci provato. Dopodomani sospettare che la stagione del Napoli sia già chiusa rappresenta un colpo basso. Un allenatore bravo non dev’essere superpagato per forza. Italiano? Molto bravo come De Zerbi e Juric ma secondo me non sono i soli. Inzaghi o Fonseca? Non sparo nomi a caso, penso che De Laurentiis stia pensando a qualcosa che ci sfugga ancora, anche perché il tempo c’è. Benitez in corsa? I giornali escono tutti i giorni, le cose cambiano nel tempo. Lo escludo come direttore tecnico”.

Su Giuntoli – “Rapporto in freddo con la proprietà. Al di là delle frasi di circostanza è chiaro che non si possano dire delle cose che dovrebbero dire altri. Credo che tanto lui quanto De Laurentiis ammettano che ci sono delle divergenze. Peraltro lui ha un contratto che scade nel 2024 e non è neanche male, non gliel’ho fatto di certo io. Poi magari si siederanno e troveranno un modo per romperlo”.

Su De Laurentiis – “Ha tracce di genialità. Sedici anni fa ha trasformato l’universo del Napoli. Di un presidente ti devi prendere tutto, pure i difetti (e lui ne ha). Dietro i suoi umori che cambiano non c’è mai la banalità di un pensiero scontato. C’è sempre un retrogusto di nuovo e innovativo”.

Su Ancelotti – “Non credo abbia avuto buona stampa. Che non vuol dire stampa amica, attenzione. Questo non è condizionante però a me non sembra che lui sia stato affiancato o blindato dal punto di vista ambientale nei momenti di difficoltà. Un argomento come questo investe l’etica del lavoro. Se io scrivo bene di Ancelotti non lo faccio perché mi piace lui o ci vado a cena. Lo faccio perché evidentemene ci sono della analogie quasi olfattive mi verrebbe da dire. Nell’analisi – che è sempre soggettiva – può darsi che a volte ci siano linee di simpatia”.

Come mai il Napoli non fa come Genoa, Atalanta e Spezia? “Coordinazione e altri fattori ma il Napoli ha giocato sempre ogni 3-4 giorni e questo qualcosa toglie, peraltro spesso senza avere una buona parte dell’organico”.

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