Borghi: “Vi racconto l’epopea di Maradona a Napoli”

Stefano Borghi, telecronista di Dazn, ha parlato sul suo canale Youtube di un personaggio troppo caro ai napoletani e a quelli che amano il calcio: Diego Armando Maradona. Queste le sue parole:

“Maradona è stato il numero 10 per antonomasia, poiché era un trascinatore, un leader e grazie a lui Napoli si è presa molte rivincite: L’amore tra Diego e la gente passionale di Napoli scattò subito. Partiamo dall’inizio: il 5 luglio 1984 il Napoli presentava il suo nuovo acquisto, Maradona, allora il giocatore più forte e mediatico del mondo. Diego veniva da Barcellona, dove aveva vissuto 2 anni complicati per via di un infortunio al ginocchio. Dopo questi 2 anni, Ferlaino si svenò per prendere Diego: l’intento del presidente era di far fare il salto di qualità alla squadra e alla città. Bastarono 3 palleggi del Pibe de Oro per far innamorare i partenopei. A Napoli mancavano molte cose per alzare il livello: l’arrivo di Maradona cambiò la mentalità della squadra, che iniziò ad alzare l’asticella. Nel ’84-85 il Napoli arrivò in zona Europa, ma il meglio doveva ancor venire; il Napoli voleva vincere per riscattare il Sud, la sua gente da una forte discriminazione del Nord. Nel ’85-86 cambia l’allenatore: arriva Ottavio Bianchi, che unisce le caratteristiche dei suoi giocatori al suo modo di giocare propositivo. Quell’anno il Napoli arrivò terzo e una partita è il simbolo della stagione: Napoli-Juventus. La Juve era fortissima e rappresentava quel potere forte che il Sud odiava; il goal fu segnato da una punizione meravigliosa di Maradona, che passò alla storia. La stagione successiva vede favorito il nuovo Milan di Berlusconi, con Juve e Inter leggermente indietro perchè fanno rivoluzioni. Il Napoli compra Carnevale dall’Udinese: lui era un attaccante di sacrificio, molto fisico e Bianchi lo inserì al fianco di Giordano e Maradona. Il portiere era Garella: in difesa c’era Bruscolotti, il capitano che diede la fascia a Diego, Renica e Ferrario erano i centrali, anche se Ciro Ferrara riuscì a giocare qualche partita al posto di Bruscolotti, mentre dall’altra parte giocava Volpecina; a centrocampo giocavano Bagni, Romano e De Napoli, un giocatore di qualità e sostanza; poi c’erano quei 3 davanti. In più, nel ’86 Maradona conquistò da solo il Mondiale in Messico e ora vuole vincere la Serie A; anche qui, la partita on la Juve passa alla storia. Il Napoli vince a Torino in rimonta negli ultimi 20 minuti che pareggia con Ferrario, poi sorpassa con Giordano e sigla la vittoria con Volpecina. Quella vittoria fece salire in vetta il Napoli, che rallentò a marzo e aprile, ma che riuscì a difendere il primato: la partita scudetto fu Napoli-Fiorentina. Segna Carnevale, ma pareggia un ragazzo di nome Baggio. Al termine della partita, il San Paolo esulta per il primo Scudetto dei partenopei e l’Italia si levò il cappello davanti a quella squadra: inoltre, quella stagione il Napoli batte l’Atalanta nelle finali di Coppa Italia. A Napoli i festeggiamenti durarono mesi, quasi per tutta l’estate e quella vittoria era il riscatto della città. L’anno successivo il Napoli prende Careca, ma la stagione successiva fu ombrosa. gli azzurri uscirono dalla Coppa Campioni per mano del Real Madrid, mentre in campionato la cavalcata fu bellissima fino alla sconfitta casalinga con il Milan per 2-3 e 4 sconfitte nelle ultime 5. Quella stagione lasciò dei rimpianti nella città, ma andando alla stagione successiva arrivò un nuovo centrocampista di sostanza, forte: Alemao. Quella stagione il Napoli arrivò seconda, perse in finale di Coppa Italia e si qualifica alla Coppa Uefa che poi conquisterà. Quella stagione il portiere fu Giuliani, Ferrara il terzino destro, Renica e Corradini al centro e Francini a sinistra. A centrocampo gioca Alemao, De Napoli e Fusi, che è un secondo regista che dà equilibrio alla squadra. In Coppa Uefa il Napoli supera il Paok con qualche difficoltà, poi con la Lokomotiv Lipsia fu una vittoria griffata Francini, che realizzò 2 goal e causò un autogoal. Al terzo turno il Napoli supera il Bordeaux; poi, ai quarti di finale, il Napoli incontra la Juve e i bianconeri vincono 2-0. Al ritorno nel Napoli segnano Maradona, Carnevale, si va ai supplementari, fino a che all’ultimo minuto Renica sigla il goal della qualificazione. In semifinale gli azzurri superano facilmente il Bayern e in finale trova lo Stoccarda; l’andata si gioca al San Paolo e lo Stoccarda passa in vantaggio, poi Careca ribalta tutto. Al ritorno segna subito Alemao, pareggiano i tedeschi, Ferrara sigla il 2-1, Careca segna il terzo goal e vince la finale di Coppa Uefa. La vita di Maradona viene presa d’assalto a Napoli e Maradona capisce di non poter avere un futuro tranquillo a Napoli. Lascia Ottavio Bianchi e Maradona litiga con Ferlaino perché vuole andare al Marsiglia. Il nuovo allenatore è Bigon che lancia subito un giovane Zola e Crippa, c’è un testa a testa con il Milan, che ne dà al 3 ai partenopei; quel Napoli sembrava poco affamato e poco concreto e il testa a testa va avanti. Ad aprile il Napoli gioca a Bergamo e dagli spalti una monetina colpisce Alemao; la partita viene sospesa e il Napoli vinse a tavolino. A fine anno, Baroni segna alla Lazio e regala lo scudetto al Napoli nel 1990. Dopo il Mondiale in Italia, Maradona viene odiato da mezza Italia e nonostante la protezione di Napoli, Diego è insoddisfatto. La stagione successiva il Napoli vince la Supercoppa battendo la Juve, ma quella squadra era sfaldata; poi, a marzo, arriva la squalifica per doping e Diego fu abbandonato da molti. Quella fu la fine di Maradona a Napoli: il 50% dei trofei il Napoli lo deve a Maradona e dopo l’addio di Diego Napoli scese verso l’abisso”

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