Milan-Napoli è una sfida da sempre particolare, divertente, appassionante. Muovendosi poi a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, quando i due club hanno vissuto probabilmente i propri massimi splendori, le sfide acquistano un sapore ancora più coinvolgente.
E a proposito di storia, Arrigo Sacchi, che è diventato leggenda proprio sulla panchina rossonera durante quegli anni, è stato intervistato da “La Gazzetta dello Sport”, svelando alcuni retroscena:
“Se dovessi scegliere un Milan-Napoli in particolare sarebbe quello del 3 gennaio 1988: vincemmo 4-1. Una delle più belle prestazioni in assoluto del mio Milan. Vantaggio di Careca, poi ci scatenammo: Colombo, Virdis, Gullit, Donadoni, pali… Un assalto continuo. Van Basten, infortunato, era tornato a vederci e mi disse: “Mister, non pensavo che la squadra potesse cambiare così in quattro mesi”.
Non male neanche al ritorno: vittoria-scudetto al San Paolo. “Accusammo il pari di Maradona a fine primo tempo. Trovai i giocatori in spogliatoio con la testa tra le mani. Serviva una scossa. Dissi: ‘Sono così sicuro di vincere che metto un’altra punta’. E feci entrare Van Basten per Donadoni. Ruud giocò un altro partitone. Vincemmo 3-2, segnò anche Marco, il San Paolo ci applaudì dimostrando la sua grande cultura sportiva”.
Anche Maradona aveva un debole per lei. “Voleva portarmi al Napoli, mi disse: ‘Con me e Careca lei parte sempre da 1-0’. Da avversario era un bel problema. Spiegavo ai miei: se la palla ce l’abbiamo noi, non può farci male. Se anche ce l’ha il Napoli e noi pressiamo chi deve rifornirlo, al massimo gli arriva una palla sporca. Se poi gli arriva e lo pressiamo, abbiamo qualche speranza di cavarcela…”.
Troppo diverso Diego dal suo ideale di giocatore? “Sarebbe stato la classica eccezione alla regola. Avrei dovuto cambiare il Milan, ma per Diego ci avrei provato molto volentieri”.