Guardiola al Festival dello Sport: “Il tiki taka non l’ho inventato io. Futuro in Italia? Perchè no”

Pep Guardiola, tecnico del Manchester City, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni de Il Festival dello Sport di Trento. Queste le sue parole:

“Il bello del calcio è che è l’unico gioco in cui si può vincere anche senza tirare in porta, ma chi gioca bene ha più possibilità di vincere. Per questo è matto e così bello”.

Quali sono le squadre di riferimento del passato? “Cruijff è sicuramente stata la persona più importante, ha aperto gli occhi. Col Barcellona ci ha fatto capire un calcio diverso, era come andare a scuola e imparare qualcosa di diverso ogni giorno. Con Arrigo Sacchi è stato tra quello che hanno cambiato di più il calcio”.

Come nasce il tiki taka? Non ho inventato niente. Ho vinto con 6-7 calciatori provenienti dalle giovanili, giocavano insieme da bambini. E’ stato un mix di stelle che si volevano bene ed avevano la stessa filosofia, succede una sola volta nella vita. Avevamo voglia di mangiarci il mondo e ci siamo riusciti. Il concetto di tiki taka non mi piace, sembra un modo ludico, ma noi lo facevamo per portare l’avversario in un punto. Messi? Odia perdere, aiuta gli altri ad essere più competitivi, se la squadra lo accompagno lui fa la differenze”.

Sulla Champions League: “Non so se siamo pronti, non abbiamo una storia dietro per avere consapevolezza. Non è un dovere vincerla, le favorite sono quelle con una storia più grande, da Real, Barca e Juve con Ronaldo, poi c’è sempre l’Atletico e qualcuno può inserirsi, speriamo di esserci”.

Cosa manca al calcio italiano? “A me sembra niente. L’Italia deve imparare dagli errori, ma non credo manchi qualcosa. E’ un paese che ha vinto in più modi ed in più periodi, forse dobbiamo imparare noi. Alcuni restano sulla filosofia di difendere, altri invece hanno una mentalità diversa”.

Futuro in Italia? “Perchè no, chi l’avrebbe detto che sarei andato in Germania parlando in tedesco”.

Var in Champions? “Prima o poi arriverà. Prima arriva e meno errori si faranno”.

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