Il Giorno: “Scudetto e fatturato, Sarri in novanta minuti può smentire se stesso”

CONTA PIÙ l’ acrobazia di Simy o un’ intelligente strategia di merchandising? È più importante il gol di Milik che ribalta l’ Udinese o una corposa plusvalenza di mercato? Nel calcio dei tormentoni e della finanza, la parola «fatturato» si lega indissolubilmente da un paio d’ anni a Maurizio Sarri, come «insensibile» è il vocabolo che da una decina di giorni condanna al sarcasmo social (e non solo) Gianluigi Buffon. «Il Napoli – disse dopo lo scontro diretto dell’ aprile dello scorso anno – dal punto di vista economico in questo momento storico non può competere con le società top d’ Europa e l’ unica strada percorribile è prendere buoni giocatori molto giovani con la speranza che diventino grandi.

Il nostro presidente fa anche troppo perché competere con certe realtà è quasi impossibile». Andrea Agnelli gli aveva risposto, qualche settimana dopo: «Le critiche alla Juventus sul fatturato troppo alto sono fini a se stesse. Ricordiamoci cosa era la Juve nel 2010 e che fatturato aveva rispetto a chi oggi accusa. La visibilità internazionale fa crescere le squadre, giocare con Bayern, Barcellona o Real, vincendo o perdendo, fa crescere».

A DUE GIORNI dalla partitissima dell’ Allianz Stadium siamo andati a vedere, seguendo il ragionamento dell’ allenatore azzurro, quale sarebbe la classifica dei bilanci, in base ai ricavi. E in effetti la Juve domina il campionato da sei stagioni e anche nella classifica dei fatturati la differenza con le inseguitrici è sostanziale. Dietro ai 422 milioni e rotti totalizzati dalla Signora nella stagione sportiva 2016-17, c’ è l’ Inter che però si ferma a quota 273. Cinquanta milioni dietro il Milan a 223 e appena sotto il podio il Napoli, i cui ricavi toccano i 203 milioni. Insomma, a guardare le cifre, Allegri batte Sarri 2-1. L’ enorme differenza di ricavi si riflette sia sugli investimenti relativi al parco giocatori che per quanto riguarda le strutture. La funzionalità e i benefici dello Stadium sono nettamente diversi da quelli che può garantire un ormai fatiscente San Paolo. Insomma, essere riusciti a portare una Juve vicina al record di 102 punti di Conte a giocarsi ancora lo scudetto nello scontro diretto di domenica sera è il capolavoro di Sarri.

Ma se guardiamo solo il valore della rosa partenopea (meno assortita rispetto a quella bianconera), il gap si riduce un po’: l’ organico di Allegri vale 616 milioni, quello di Sarri 434. Dal rapporto 2 a 1 dei ricavi si passa dunque al 3 a 2 del patrimonio-giocatori. Principalmente perché la Juve ha un parco giocatori più maturo rispetto al Napoli. Pochi, infatti i giocatori bianconeri che potrebbero essere rivenduti ad un prezzo superiore all’ acquisto: Dybala, acquistato per 40 milioni è forse l’ unico ad essersi sicuramente valorizzato. Nel Napoli, invece, sono tantissimi i giocatori che si sono valorizzati rispetto all’ acquisto: Hysaj, Koulibaly, Ghoulam, Jorginho e Mertens ora costano più del triplo. Anche gli stipendi delle due squadre rispecchiano le differenze: la Juventus ha un monte ingaggi che supera i 262 milioni mentre il Napoli si assesta a 102. Insomma anche qui il rapporto è vicino al 2-1. Solo un’ impresa in campo può annullare una differenza così.

Fonte: Il Giorno

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