Gazzetta: “Un Diego ed uno svedese, Napoli attenzione al Lipsia”

Lorenzo Insigne e Emil Forsberg avranno probabilmente più tempo per sfidarsi, se tra due mesi non saranno fermati da qualche malanno. L’ esterno del Napoli e quello svedese del Lipsia si sono visti purtroppo soltanto di striscio nel playoff per il Mondiale; qualsiasi rivincita azzurra sarebbe meno significante, però almeno non aggiungerebbe altre amarezze. «Sarà una doppia sfida interessante, per noi un compito importante, è bello iniziare l’ eliminazione diretta contro il Napoli», ha detto al sito della società il capitano Willi Orban. Di Italia-Svezia a loro non interessa: giusto così, i dispiaceri sono soltanto nostri.

RETROCESSI E FELICI Anche il Lipsia è retrocesso dalla Champions, però senza il clamore che ha coinvolto il Napoli. La squadra della Red Bull è alla prima partecipazione in Europa, ha conquistato però un punto in più di Sarri, dietro a Besiktas e Porto. Ha subito gol (11) in tutte le gare, ne ha segnati 10 in cinque match su sei. In Bundesliga i Tori sono secondi, però a 8 lunghezze dal Bayern; in ogni caso non stanno soffrendo una crisi di rigetto dopo la splendida stagione scorsa, quando salirono per la prima volta in Bundesliga e si piazzarono al secondo posto. Va sempre ricordato che parlare di favola è sbagliato; il club è stato costruito dal 2009 con la potenza economica di Dietrich Mateschitz, proprietario della Red Bull con un patrimonio di 16,1 miliardi di euro. Ha comprato i diritti di una squadretta di quinta divisione, la scalata alla Bundesliga era l’ obiettivo del boss della bibita, ci è riuscito anche se sul filo della disciplina legale sportiva tedesca (RB indica Red Bull ma ufficialmente significa RasenBallsport, sport della palla da prato).

DIEGO E LA STAR Il centrocampista Demme, 26 anni, a Lipsia dai tempi della C, ha padre calabrese e madre tedesca. Viene soprannominato Gattuso per le origini e per il modo di giocare, però si chiama Diego perché al padre piaceva anche Maradona. «Il Napoli è una squadra top», ha detto ieri pensando anche alla sua infanzia. Ha comprato una «500» del 1972, poteva scegliere anche la nazionale italiana, che non lo ha mai considerato. Così Löw ha risolto i suoi dubbi: «Il primo che arriva mi prende». Ha debuttato con la Germania campione del mondo ma ha dovuto rinunciare alla Confederations Cup per un infortunio. Timo Werner, 21 anni, attaccante simil Voeller ma più veloce, al torneo estivo invece ha trovato la consacrazione internazionale (capocannoniere) e un po’ di fiducia dai connazionali che lo fischiavano per l’ appartenenza all’ odiato club di plastica e per una simulazione non confessata un anno fa.

VELOCITA’ E TECNICA Il Lipsia di Hasenhüttl, austriaco all’ avanguardia, gioca un 4-4-2 rapido sugli esterni e di qualità in mezzo, dove Keita, già venduto al Liverpool (da giugno) per circa 55 milioni recita la parte di Jorginho mentre Demme quella di Allan. Bruma e Augustin sono seconde scelte di lusso che rispecchiano la politica del club: investimenti sui giovani e sulle infrastrutture più che sulle stelle.

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