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ESCLUSIVA MN – L’ex Dino Fava: “Partita speciale, simpatizzo per il Napoli. Sulla Serie A…”

Dino Fava Passaro (nella foto di quest’anno con la Coppa Italia vinta nel match tra Savoia-Nola), attualmente attaccante dei bianchi di Torre Annunziata, bomber classe ’77 che ha vinto con la Primavera del Napoli la Coppa italia del 1996 ma senza mai esordire in prima squadra, grande protagonista con Di Natale e Spalletti di uno dei frammenti più importanti della storia dell’Udinese, centrando due qualificazioni in Coppa Uefa ed una in Champions League, si racconta in esclusiva ai microfoni di MondoNapoli.it, esprimendosi anche sull’imminente sfida tra le sue ex squadre:

Ex di Napoli-Udinese, per lei è sicuramente una partita speciale quella di mercoledì al San Paolo. La squadra di Oddo è reduce da 9 sconfitte consecutive, mentre gli uomini di Sarri sono obbligati a vincere. Per chi farà il tifo?
“E’ sicuramente una partita speciale per me, dato che simpatizzo per il Napoli e sono molto affezionato all’Udinese perchè lì ho realizzato il mio sogno, quindi la porterò per sempre nel mio cuore. Quella di mercoledì sarà una sfida molto delicata tra due formazioni che lottano per obiettivi diversi, ma entrambe bisognose di una vittoria. L’Udinese sta inanellando un lungo trend negativo e, se non fosse stato per l’arrivo salvifico di Oddo, in questo momento si ritroverebbe in zone della classifica molto pericolose. Gli uomini di Sarri, dal canto suo, necessitano di vincere per continuare a regalarsi il sogno scudetto, non devono guardare in faccia a nessuno e giocare per vincere ogni partita, d’altronde hanno i mezzi per poterlo fare”.

Cosa ci può dire sul momento del Napoli e chi vincerà lo scudetto tra gli uomini di Sarri e la Juve?
“Spero che il Napoli vinca lo scudetto, ma purtroppo so che è una cosa difficilissima quindi penso che alla fine il campionato lo vincerà la Juventus. Gli azzurri finora hanno espresso il gioco più bello in questo campionato che, altrimenti, sarebbe abbastanza brutto a vedersi; purtroppo è noto che la rosa partenopea è corta e pertanto chiedere ai soliti undici o dodici calciatori di giocare sempre allo stesso livello finisce per diventare impossibile. La Juve, invece, gode di una panchina molto lunga e di diversi giocatori dalle indubbie qualità tecniche come Dybala che sono capaci di decidere con un guizzo quelle partite che non si riescono a sbloccare diversamente. Io, comunque, resto dell’opinione che il nostro campionato non goda di ottima salute anche per il poco spettacolo che viene offerto, fosse per me darei un punto in più alle squadre che giocano un bel calcio”.

Lei è cresciuto nelle giovanili del Napoli, ma purtroppo non è mai riuscito ad esordire in prima squadra. Come mai?
“Purtroppo non ho vissuto il momento più memorabile della mia carriera”.

In Serie A con l’Udinese ha vissuto forse le sue stagioni più belle. Ci racconta  quegli anni?
“Indubbiamente la mia esperienza calcistica più bella, sono stato fortunato a vivere con l’Udinese alcune delle stagioni più memorabili di tutta la storia di quel club, centrando due qualificazioni in Coppa Uefa ed una addirittura in Champions League. 
Di Udine, tra l’altro, conservo delle impressioni magnifiche: è una città ed un club in cui si può giocare il calcio con tranquillità, senza tensioni, nella sua purezza; una vera e propria isola felice”.

Nella sua carriera ha giocato con grandi calciatori e grandi allenatori come Spalletti, Maggio, De Sanctis, Muntari, Iaquinta, Di Natale, Handanovic ecc…
A chi si sente legato? 

“Se dovessi fare dei nomi precisi, direi che con Jankulovski e Pazienza mi son trovato veramente bene, sono delle persone fantastiche con cui ho avuto davvero un bel rapporto. 
A dirla tutta, però, il gruppo che si era formato quelle stagioni era davvero inossidabile, c’era un rapporto speciale un po’ con tutti sia all’interno della squadra, sia tra la squadra ed il suo pubblico; non vi nego che ancora oggi mi sento con diversi compagni ed amici conosciuti durante quella favolosa esperienza.
In più eravamo sotto la guida di un grandissimo allenatore quale Luciano Spalletti del quale, onestamente, mi dispiace per questa stagione all’Inter piuttosto claudicante.
Conosco bene il mister e so bene quanto stia soffrendo il fatto che i nerazzurri vendano e comprano in continuazione; Luciano per rendere al massimo ha bisogno di poter allenare gli stessi calciatori per almeno due anni, formare l’ossatura della squadra e poi far gravitare intorno giovani talenti”.

Dopo le tante presenze e gol tra i professionisti, negli ultimi anni lei ha giocato nell’Eccellenza in Campania con le maglie di Sessana, Portici e Savoia con le ultime due squadre ha vinto Campionato e Coppa Italia (come possiamo vendere nella foto con il trofeo di quest’anno). Non vuole proprio smettere di giocare? Quali sono le differenze tra dilettanti e professionisti?
“L’età (ride ndr). A parte gli scherzi, dopo la parentesi tra i professionisti sono sceso nelle serie dilettantistiche perché di stare lontano dal calcio proprio non ne voglio sentire. La passione è tanta ed è quella che finora mi ha portato a scegliere tre squadre con cui mi sono divertito molto e con le quali ho ricevuto anche diverse soddisfazioni. La mia esperienza al Savoia, per esempio, sta regalando molte soddisfazioni sia sul piano umano che sul piano dei trofei vinti, d’altronde noi calciatori ci poniamo sempre degli obiettivi ambiziosi da raggiungere”.

Nonostante i suoi 41 anni, la sua passione per il calcio è sempre la stessa. Dino Fava Passaro segna ancora tra i dilettanti, ma cosa vuole fare da ‘grande’?
“Vado a momenti, onestamente. Razionalmente mi viene da pensare di allontanarmi dal mondo del calcio una volta smesso, complice il fatto che il modo di vivere questo sport sta radicalmente cambiando, i ragazzini sembra devi pregarli per farli venire agli allenamenti. 
D’altro canto, però, la passione resta molto forte e d’istinto mi verrebbe da continuare a rimanere nel mondo che io ormai vivo e conosco da una vita. Si vedrà…”.

Fonte foto: SoloSavoia.it

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Giuseppe Buro

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