Esclusiva MN – Luigi Necco:”Da Vinicio a Sarri, i tifosi vogliono essere belli e vincenti ma il calcio è cambiato”

Non solo tanti tifosi ma anche tanti gli addetti ai lavori al seguito del Napoli per raccontare le vicende del ritiro azzurro in Trentino. Tra le firme eccellenti e storiche del giornalismo partenopeo e nazionale, abbiamo avuto la fortuna di intervistare in esclusiva per MondoNapoli il leggendario Luigi Necco, voce storica della Rai e poi di 90 minuto negli anni d’oro azzurri dal 1978 al 1993. Con lui abbiamo voluto analizzare questo grande entusiasmo che si vive intorno al Napoli di oggi passando per quelle che sono state le vicende del Calcio Napoli dagli anni ottanta ad oggi facendo qualche paragone in chiave “amarcord”.

Il bel gioco del Napoli di Sarri richiama alla memoria dei tifosi “storici” quello del Napoli di Luis Vinicio degli anni settanta che raccolse tanti consensi ed elogi ma nessun trofeo. Sarri può invertire questa tendenza?

“Rispetto ad allora le aspettative e le premesse sono diverse perché il Napoli di Vinicio segna una tappa di innovazione nel periodo di calcio all’Olandese quel calcio totale fatto di corsa e impeto in mancanza di grandi campioni, perché Vinicio non aveva campioni a parte Clerici. Oggi è diverso, non c’è un presidente tifoso che inseguiva uno scudetto ad ogni costo, anche indebitandosi. Il calcio oggi è diventata un’impresa in cui ci sono tre componenti: in primis il pubblico anche se rappresenta, rispetto al passato, la parte inferiore, più debole per certi versi; noi tifosi, e mi ci metto anche io, aspettiamo lo scudetto ma bisogna fare i conti con il fattore economico, seconda componente di cui parlavo. Il presidente sa che per raggiungere questo obiettivo deve investire molti soldi che porterebbero il bilancio in rosso;terza componente è lo sport italiano che consente di attingere a risorse meno costose ma che è in declino. Basti pensare a Ventura che ha difficoltà a fare una Nazionale competitiva. Succede così che l’aspettativa del pubblico resta delusa in un angolo e quindi rappresenta l’anello debole della catena.”

Cosa servirebbe al Napoli per riuscire ad affermarsi sul gradino più alto?

“Le squadre che vincono sono sempre di meno. Pare che possa vincere solo la Juve. Sembra quasi impossibile poterla contrastare. Per ora la Juve è la più organizzata ma il Napoli si è salvato, è cresciuto ed è diventato ricco in questi anni grazie a De Laurentiis riuscendo a vincere qualcosa e facendo colpacci di mercato anche con fortuna. In questo il Presidente del Napoli è stato seguito da un pubblico che non lo abbandonerà credo mai, dico credo per tenere quel pizzico di pessimismo che ha volto e’ anche consentito avere. Le sfide che ci aspettano non sono sfide da poco. C’è bisogno di organizzazione e di spendere soldi. Anche se, per i fattori a cui accennavo prima, una squadra può rischiare di spendere tanti soldi, come ce ne vogliono oggi per superare certe sue lacune ma senza la certezza a priori del risultato se non si ha organizzazione alle spalle. Il Napoli potrebbe ad esempio guardare ad un difensore eccezionale: quegli uomini alti in difesa per sfidare le palle alte che tante difficoltà hanno creato. Si rischia però tanto nello sfidare un mercato dove arriva un denaro cinese sempre piu a fiotti. Un mercato che rischia di essere l’ appendice di un calcio scommesse. Questi sono i problemi seri del calcio oggi. Nonostante tutto questo il Napoli non è fuori dal giro, anzi, sta in testa e davanti a tutti perchè vorrebbe dare ai suoi tifosi lo scudetto ma per farlo deve sfidare diverse cose innanzitutto le enormi spese che ci vogliono per irrobustire una squadra in modo da assicurare le vittorie sin da Agosto.”

Si è parlato di organizzazione. Molte squadre inseriscono in società campioni del passato. Questo potrebbe far bene al Napoli?

“Recuperare il passato non e’ nelle intenzioni di De Laurentiis e forse fa anche bene. C’è bisogno di forze nuove. Non sempre il passato aiuta. Bisogna allargare gli orizzonti nel calcio moderno. E bisogna vincere e per farlo c’è da spendere tanti soldi ma con organizzazione perché senza organizzazione, come la Juve dimostra, non si vince. Il Napoli sta gettando le basi per fare questo.”

Congediamo e ringraziamo il dott.Necco con l’augurio di tornare a sentire, parafrasando una sua famosa frase in telecronaca ” Torino chiama e Napoli risponde” con il segno tre fatto con le dita a richiamare magari il terzo tricolore della storia azzurra.

 

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