La stagione piena di ombre del Napoli ha portato un enorme mole di discussioni sull’operato di squadra e dirigenza. Si è fortemente criticata la scelta di Rudi Garcia, allenatore che aveva l’arduo compito di oliare la macchina creata da Luciano Spalletti. La sua esperienza, durata solo 5 mesi, ha portato al ritorno di Walter Mazzarri, con ogni probabilità fino a giugno. Ad essere contestate sono state anche le mosse della dirigenza. Tra le più rilevanti, c’è quella della sostituzione del forte difensore Kim Min-jae, accasatosi al Bayern Monaco. La dirigenza, a sorpresa, ha puntato su Natan, giovane centrale classe 2001 arrivato dal Red Bull Bragantino per la cifra di 10 milioni di euro. Le sue prestazioni, inizialmente accolte come positive, hanno diviso i tifosi, tra chi lo considera un buon prospetto e chi non lo considera un adeguato sostituto del coreano.
Nelle prime uscite infatti, poco si è potuto dire sul suo rendimento. Di errori rilevanti non se ne possono rilevare, esclusa la sciocca espulsione rimediata contro il Milan. Negli altri appuntamenti invece, si è sempre fatto notare per la compostezza e la foga con cui ha giocato, in particolar modo nella trasferta tedesca in cui gli azzurri hanno sconfitto l’Union Berlino. Il suo urlo, a seguito di un contrasto vinto contro un avversario, ha gasato e non poco la tifoseria. Dunque, la prima impressione è stata quella di un calciatore che, nonostante non sia ancora al livello di Kim, possa colmare la sua partenza per poi crescere e diventare sempre più forte.
Le ultime partite però, hanno cambiato la percezione iniziale fatta sul brasiliano. L’errore principe che ha scatenato queste discussioni è stato quello avvenuto in Real Madrid-Napoli. In questa, il calciatore perde colpevolmente Jude Bellingham in occasione del 2-1, lasciandogli la porta sguarnita. In quella sfida, poteva far meglio anche sul gol del 4-2 di Joselu. È da questo momento che chi ha parlato di lui come il calciatore da non acquistare per rimpiazzare l’ex numero 3 azzurro inizia a far sentire maggiormente le proprie ragioni. L’idea delle prime partite scompare, e quelle successive certamente non aiutano. L’emergenza difensiva degli azzurri, al momento privi di un terzino sinistro di ruolo, ha obbligato Mazzarri a schierarlo in quella posizione.
Dal punto di vista generale, Natan ha dimostrato di saper svolgere i suoi compiti difensivi come sempre. Mentre la sua fase offensiva, chiaramente per una questione di caratteristiche, non è risultata tra quelle che oggi si richiede. Tuttavia, colpevolizzarlo per questa mancanza è decisamente eccessivo, poiché parliamo di un calciatore adattato. Va però segnalato che, in Napoli-Inter, ha colpe sul gol siglato da Marcus Thuram, in cui è stato troppo timido. Mentre in Juventus-Napoli poteva far meglio sul cross di Andrea Cambiaso, dal quale è nato il gol vittoria di Federico Gatti. L’ultima partita giocata dagli azzurri però, contro lo Sporting Braga, ha restituito parte della fiducia che in lui si è riposta.
Nella partita di Champions League, l’ex Bragantino ha giocato molto bene. Oltre un’ottima prestazione in fase difensiva, si è proposto con prepotenza in fase offensiva, fornendo l’assist a Victor Osimhen per la rete del definitivo del 2-0 al termine di una percussione da vero terzino. Questa sua partita, giocata con enorme lucidità ma senza perdere il suo stile fondato sulla dirompenza, lo hanno in parte “riabilitato” agli occhi degli scettici. Una dimostrazione che fa piacere, anche se non serviva dover vedere una sua prestazione del genere per rendersi conto che il suo apporto agli azzurri è al momento positivo. Però si sa, nei momenti di incertezza, come quello che sta attraversando il Napoli, chiunque può finire sulla graticola.
Il calciatore, acquistato ad un prezzo relativamente basso, sta tutto sommato giocando una stagione positiva. Certo, al momento non è ancora un fuoriclasse, ma tra i difensori centrali è certamente il migliore fino ad ora degli azzurri. Non è il miglior sostituto di Kim? Può darsi, ma queste responsabilità non si possono rigettare sul giocatore. Non è certamente il colpevole di una situazione che ha portato a dover scegliere in fretta come rimpiazzare un giocatore fondamentale nello scacchiere di Luciano Spalletti. Da parte sua, non sta certamente mancando l’impegno e la voglia di fare. Non è nemmeno una questione di venir meno nelle partite importanti, poiché nella gara d’andata contro il Real Madrid è stato uno dei migliori e con il Milan, tolta l’espulsione, ha giocato la sua solita partita positiva.
Inoltre, bisogna concedergli del tempo perché possa ambientarsi al meglio nel calcio europeo. Non è mai semplice per un giocatore, nel calcio di oggi, adattarsi facilmente ai ritmi e al regime tattico tipici dell’Europa, e in particolare dei top 5 campionati. Più di un calciatore, anche provenienti da altri campionati europei, ha faticato i primi mesi di permanenza in una squadra dei principali tornei d’Europa.
Per fare un esempio, Kalidou Koulibaly ci ha messo un anno per adattarsi al meglio. E nel suo caso, si può parlare non solo di un ragazzo che proveniva dal campionato belga (e da una squadra come il Genk che ha sfornato un gran numero di talenti in quegli anni), ma di un uomo dotato di una spiccata intelligenza. Non si vuole assolutamente dire che Natan non lo sia, ma ha bisogno di tempo per comprendere il modo europeo di vedere il calcio. Proponendo un altro esempio, il suo connazionale Thiago Silva ha inizialmente fatto fatica in Europa, tanto da dover tornare in Brasile prima di approdare al Milan e in seguito affermarsi come uno dei migliori interpreti del ruolo degli ultimi anni.
Va però detto che in alcune cose il calciatore deve migliorare. Prima su tutte, deve saper gestire la sua irruenza. L’espulsione rimediata contro il Milan è certamente evitabile. Va bene possedere una certa foga, ma non bisogna esagerare. Inoltre, deve crescere sotto l’aspetto della concentrazione. Alcuni suoi errori sono figli più di una mentalizzazione non ancora ottimale. Queste cose vengono colmate soprattutto con l’esperienza. Questa arriverà, mentre il talento c’è, e si è visto. Bisogna saper aspettarlo e rispettare i suoi tempi. Eventuali colpe sul suo affare, al momento, sono imputabili non a lui, ma a chi non ha operato al meglio sul mercato.