Una domenica bestiale…cosa accade al Maradona?

Chiudete gli occhi e pensate ad una domenica qualsiasi, un giorno che ha sempre avuto una certa reputazione ma che diventava davvero speciale grazie ad un esercito di 11 campioni. Tutti pronti a godersi magie in campo e ad esultare per una vittoria al 90’ con l’amico del cuore, oppure con un fratello, un padre, qualcuno pronto a condividere quel legame meraviglioso. Cosa rende questo sport davvero speciale? La parola d’ordine è AGGREGAZIONE.

Quanto abbiamo amato il rumore sordo del pallone che viaggiava sul campo durante la scorsa stagione? Il tutto in una magnifica cornice di spalti vuoti, un impianto privo della sua anima che assiste ad uno spettacolo qualsiasi. Quello che poteva sembrare solo un brutto sogno ci ha accompagnato per troppo tempo, oggi però ne usciamo con consapevolezza e con gli occhi che guardano a quelle braccia tese nei famosi settori popolari.

In tutta Italia il ritorno allo stadio ha riportato la passione nel suo habitat naturale e ritorna il concetto di “dodicesimo uomo in campo” dopo aver conquistato i tanti agognati 3 punti. Pensandoci bene questo non accade proprio in tutto il Paese, visto che le curve del Diego Armando Maradona stanno subendo un’autentica violenza perpetrata da un tiranno non ben identificato.

Come è possibile garantire AGGREGAZIONE senza poter seguire la partita scegliendo il proprio posto, magari in base alla vicinanza con un amico o semplicemente per una questione di visuale, come è possibile sostenere i propri colori senza gli strumenti necessari? Cosa diventano quegli spalti senza bandiere e cori? Perché il Napoli non può beneficiare della spinta dei propri tifosi? Soprattutto per quanto riguarda lo zoccolo duro della tifoseria, questo discorso diventa particolarmente importante.

Una repressione verso il tifo organizzato che non può e non deve andare oltre, un movente estremamente debole quello del regolamento d’uso dello stadio che ci auguriamo cada al più presto. La morte del calcio a Napoli passa da questi provvedimenti, i gruppi organizzati devono far rientro e spingere questi meravigliosi ragazzi verso traguardi sempre più ambiziosi. Ci auguriamo che la Questura, la SSC Napoli o chi per loro possa presto aprire gli occhi e non tentare di dividere ciò che l’amore unisce. Il tifo e l’amore per la maglia meritano un finale diverso.

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