Doveva essere un Napoli osimheniano

Le premesse erano le stesse, le aspettative pure. “Sarà un Napoli osimheniano” aveva detto il presidente De Laurentiis in conferenza stampa un anno fa, poi qualcosa è andato storto, e il Napoli osimheniano si è visto solo a sprazzi. La frase non è stata ripetuta quest’anno, ma il concetto è ancora valido, perché dall’acquisto più costoso della storia di questo club ci si aspetta tanto.

Nello scorso ritiro azzurro, in Abruzzo, il nigeriano aveva fatto una buona impressione sin da subito: tripletta contro L’Aquila e tripletta contro il Teramo in amichevole, facendo divertire i tifosi presenti sulle tribune di Castel di Sangro con i suoi strappi in velocità conditi da gol e assist per i compagni. Poi una stagione tra alti e bassi, conclusa con 10 reti in 30 presenze. Avrà ancora molto da dare, Victor, o quantomeno i tifosi del Napoli se lo augurano, perchè sentono il bisogno di un trascinatore che possa guidare la squadra a suon di gol.

Domenica le reti in amichevole contro la Bassa Anaunia sono state quattro per Osimhen, che ha dato spettacolo con i suoi soliti spunti alle spalle della difesa. Quelli che tanto entusiasmavano l’ambiente alla vigilia della passata stagione, ma che non sempre sono stati in sintonia con l’idea di gioco dell’allora tecnico partenopeo, Gennaro Gattuso.

Non sarà una critica a Gattuso questa, sia chiaro. Ma va detto che in vari momenti è risultato difficile adattare a schemi basati sulle verticalizzazioni una squadra abituata a giocare in palleggio dominando l’avversario nella rispettiva metà campo.

La stagione 20/21 era iniziata nel migliore dei modi. Due buone prestazioni contro Parma e Genoa (la prima da subentrato, quando al Tardini aveva spaccato la partita favorendo le reti di Insigne e Mertens) e prima rete nel 4-1 all’Atalanta. Una partita che aveva mostrato tutte le potenzialità del 4-2-3-1 osimheniano, con il Napoli che pur mantenendo un baricentro basso riusciva ad incidere attaccando lo spazio in velocità e sfruttando il fatto che gli avversari giocassero con la difesa alta.

Poi sono arrivati i problemi. Il Napoli torna ad impostare le partite stazionando nella metà campo avversaria e Osimhen non riesce ad essere devastante come vorrebbe. Un’altra rete contro il Bologna e poi il buio: infortunio alla spalla che lo tiene fuori per 11 turni di campionato, rientro e positività al Covid dopo poche giornate, per colpa di una leggerezza, tollerabile (ma non troppo) vista l’età. (In video sotto: Atalanta-Napoli 4-2, brutta prestazione per Osimhen)

Il rientro definitivo giova al Napoli, che dalla 26esima all’ultima giornata può beneficiare di 8 reti da parte del nigeriano. Gattuso riesce a trovare finalmente la quadra giusta per adattare le caratteristiche dell’attaccante al suo sistema di gioco, ed ecco che Osimhen riesce ad esprimersi al meglio. Di seguito due tra i gol più significativi:

Un giocatore che vuole divertirsi dando sempre il massimo, e cercando anche di essere un leader. Ma un leader lo si diventa col tempo, soprattutto se hai 22 anni. Lo si diventa con l’esperienza, acquisendo quella mentalità che ti porta ad aiutare la squadra in difesa anche quando sei l’uomo più avanzato, a farti trovare pronto in area di rigore anche quando sei un centravanti che attacca lo spazio, tutte cose che fanno parte anche di un percorso di crescita sul piano tecnico.

Solo il tempo potrà dirci se il Napoli osimheniano si farà. Le premesse sono le stesse di un anno fa, e nel progetto di Luciano Spalletti il nigeriano sarà inevitabilmente una delle certezze. Addirittura ipotizzando un possibile cambio di ruolo, per provare a sfruttarne a pieno le capacità.

Articolo precedenteMaradona jr: “Ho mandato un messaggio ad Insigne dopo Belgio-Italia sul rinnovo, vi dico la sua reazione”
Articolo successivoMilan, diagnosticato carcinoma a Ivan Gazidis: la nota del club