C’è anche il merito del Napoli in questo successo

C’è anche il merito del Napoli in questo successo, o forse dovremmo dire in questa “scalata” che ha portato Jorge Luiz Frello Filho, meglio noto, come Jorginho, sul tetto d’Europa. E’ stato un percorso a tappe il suo, ma di certo un giocatore che nel 2011 esordiva in Serie B non si sarebbe mai aspettato di arrivare a vincere la Champions League dieci anni dopo.

Tanta è stata la sua gioia e la sua incredulità al termine della sfida vinta per 1-0 ai danni del più quotato Manchester City. Poi la dedica, ai genitori, a chi lo ha introdotto nel mondo del pallone insegnandogli a credere in se stesso senza mai mollare dinanzi alle difficoltà.

Il percorso calcistico di Jorginho in Italia inizia dalle giovanili dell’Hellas Verona, che nel 2010, appena dopo la convocazione in prima squadra, lo gira in prestito alla Sambonifacese, con cui gioca in Serie C2 collezionando 31 presenze ed 1 gol in una singola stagione.

Poi il ritorno a Verona, dove nel giro di due stagioni e mezzo arriva a giocare in Serie A. Nel gennaio del 2014 il Napoli decide di acquistarlo e spende 9.5 milioni di euro per prelevarlo dal club gialloblu, dove aveva dimostrato di avere notevoli doti tecniche e di essere un ottimo rigorista.

I primi due anni all’ombra del Vesuvio non sono all’altezza del miglior Jorginho. L’italo-brasiliano fatica ad esprimere le sue qualità nel centrocampo a due di Rafa Benitez, che non si adatta a quelle che sono le sue caratteristiche, anche perchè forse il ragazzo, allora 23enne, è ancora acerbo e poco abituato a giocare ad alti livelli, con un allenatore esigente e in una squadra che lotta per i piani alti della classifica.

Nel 2015 la svolta, ed ecco perchè parliamo di contributo del Napoli alla crescita di Jorginho. In panchina arriva Maurizio Sarri, i cui principi di gioco si sposano, pur con qualche momento iniziale di incertezza, con i calciatori a disposizione, e in particolar modo con Jorginho. L’ex Verona diventa il perno del centrocampo azzurro e la crescita si manifesta sotto tutti gli aspetti nel corso dei tre anni. Emblematico, per fare un esempio, questo assist per Josè Maria Callejon che valse il pareggio nella vittoria per 4-1 contro la Lazio, stagione 2017/18:

Lo scudetto mancato, con i 91 punti, resta una delusione per lui che a Napoli resterà legato per sempre. Ma l’anno dopo Jorginho si rifà e conquista l’Europa League con il Chelsea sotto la guida di Maurizio Sarri, che lo porta con sè a Londra dopo aver concluso il ciclo partenopeo. Gli allenatori cambiano, ma la sua presenza resta imprescindibile nel centrocampo dei Blues. Il metronomo che tutti vorrebbero nelle proprie squadre, migliorato sotto tutti gli aspetti e divenuto anche rigorista infallibile, o quasi, sin dai tempi di Napoli, con il celebre rigore con il saltello. Uno sguardo al portiere, che spesso resta fermo, e palla sul lato scoperto:

La consacrazione definitiva è arrivata ieri, con la vittoria della Champions. L’ex azzurro si vede poco ma risulta fondamentale per dare ordine e geometrie alla manovra. Mantiene una posizione molto bassa, a ridosso della difesa, come gli aveva insegnato Maurizio Sarri a Napoli; perchè, quando gli avversari capiscono che sei tu il motore del gioco e ti accerchiano, conviene che ti abbassi quasi sulla linea difensiva impostando da molto dietro. E lui questo ha imparato a farlo dopo i primi due anni di Napoli, riuscendo poi ad adattarsi al gioco di qualsiasi allenatore. Sarà molto contento Roberto Mancini, che per l’imminente Europeo avrà a disposizione un pezzo pregiato per il centrocampo della Nazionale, niente poco di meno che un campione d’Europa. E il merito, in parte, resterà sempre della squadra che, tra il 2014 e il 2018, lo ha fatto maturare e diventare uno dei migliori registi in circolazione.

Foto: Profilo Instagram Jorginho

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