Assenza di leadership nel Napoli: sono questi i nomi che mancano?

In questa nuova analisi, cercheremo di individuare i quattro leader che nel passato recente hanno fatto, chi più e chi meno, la storia del club, mostrando un carattere forte ma allo stesso tempo silenzioso.

Il primo è Pepe Reina, leader indiscusso della difesa azzurra nel triennio sarriano (2015-2018). La vera mente del reparto difensivo, colui che coordinava ogni movimento, sia nell’uscita dal basso che in fase di appoggio ai centrocampisti.

Da Reina ci colleghiamo ad un altro spagnolo, Raúl Albiol, da molti definito “il compagno perfetto di Koulibaly. Per caratteristiche i due erano soliti completarsi: Albiol dettava tempi di gioco ed era il vero regista difensivo, Koulibaly aggrediva l’uomo ed era il primo a chiudere gli attaccanti avversari in fase di uscita.

Il terzo è Marek Hamsik, bandiera del club che non ha bisogno di presentazioni. Spesso tacciato di essere poco carismatico e con scarsa personalità: tutt’altro. Hamsik, dalla personalità silenziosa ma allo stesso tempo scaltra, è stata la vera arma in più nei suoi 13 anni al Napoli nel reparto di centrocampo, i numeri gli danno inoltre ragione: 520 partite, 121 gol e 111 assist, era davvero da mandar via così frettolosamente?

In ultimo, non per importanza, Edinson Cavani: 104 gol in azzurro, con lui si partiva sempre con un gol sopra, o addirittura con un uomo in più. È stato più volte protagonista di duelli con i difensori avversari, sfidandoli più volte a muso duro (come più volte accaduto con Chiellini), mostrava cattiveria agonistica e personalità da vendere quando c’era bisogno. Il Napoli aveva bisogno d’aiuto? El Matador ha sempre risposto presente.

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