Insigne si ferma ancora, ma il Napoli non si farà trovare impreparato

Fonte foto: SSC Napoli.

Quando Gennaro Gattuso arrivò a Napoli impostando la squadra con il 4-3-3, il richiamo al triennio di Maurizio Sarri è riecheggiato nella mente di tutti. Ma con il passare del tempo, quest’idea è stata progressivamente cancellata. Prima, quando gli azzurri hanno battuto lo stesso Sarri in finale di Coppa Italia, giocando un calcio difensivo, quasi l’esatto contrario della filosofia dell’allenatore toscano. E poi, con l’inizio della stagione 2020/2021.

Se pensiamo all’epoca dello scudetto sfiorato, ci viene in mente un Napoli che schiera quasi sempre gli stessi 11 titolari e costringe gli avversari ad adattarsi al proprio stile di gioco. L’opposto, praticamente, di ciò che stiamo vedendo ora. E nella vittoria di giovedì ne abbiamo avuto una dimostrazione. C’è innanzitutto un dato da menzionare doverosamente, perché a San Sebastian contro la Real Sociedad i partenopei hanno vinto una partita con il 34% di possesso palla, meno del 35%, il che non accadeva da 5 anni e mezzo (clicca qui per saperne di più).

A testimonianza del fatto che, se qualcosa non funziona, Gattuso & co. riescono comunque a spuntarla. Perché? Perché hanno tante varianti, sia tattiche che a livello di panchina, cosa che con Sarri è mancata. Giovedì, dopo l’uscita di Lorenzo Insigne per infortunio, la squadra ha perso il suo punto di riferimento offensivo. E né l’ingresso di un velocista come Lozano né la fisicità di Andrea Petagna sono riusciti a compensare. Gli spagnoli hanno preso campo, e gli azzurri sono stati costretti a difendersi. Il gol del vantaggio di Politano al minuto 66 avrebbe potuto aprire qualche spazio in più da sfruttare con le ripartenze, ma nemmeno con Osimhen in campo si è riusciti ad ammazzare la partita.

La differenza l’ha fatta l’organizzazione difensiva, con un grande lavoro da parte dei terzini ma soprattutto dell’uomo che forse era un po’ mancato in questo inizio di stagione, e che in Europa League è tornato ad essere insuperabile. Kalidou Koulibaly ha tenuto in piedi per 90’ una difesa che ha sofferto e non poco, coadiuvato da un ottimo Maksimovic. Che aveva relegato in panchina uno come Manolas, protagonista di una super prestazione domenica scorsa nel derby.

Ma torniamo all’infortunio di Insigne. Sarà un’assenza pesante, visto anche il momento di forma del capitano, ma che il Napoli ha già affrontato. Stiamo parlando del match contro l’Atalanta di due settimane fa dove, a differenza di giovedì, il team di Gattuso ha metto sotto pressione gli avversari per quasi tutta la durata dell’incontro. La scelta di puntare sulla rapidità e sulle verticalizzazioni continue ha dato i suoi frutti, e rappresenta di certo una delle tanti varianti a disposizione di questo gruppo.

Ma è un Napoli che può contare anche su ottime risorse a gara in corso, come si è visto a Benevento con Petagna. Insomma, le partite ogni settimana, il rendimento talvolta altalenante di alcuni calciatori e la stanchezza che si fa sentire quando si gioca così spesso, costringeranno alle rotazioni continue. Ma la squadra di Ringhio ha dimostrato di essere forte su molti aspetti e di poter contare su una buonissima panchina. E il rimpianto resta sempre quello di non aver affrontato la Juventus, adesso in crisi, alla terza giornata…

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