Speciale Callejon – Sarri, il tridente delle meraviglie e lo scudetto sfiorato

Prosegue la rubrica Speciale Callejon dedicata ad uno dei calciatori più simbolici del Napoli negli ultimi anni. Un paio di giorni fa vi abbiamo riassunto i primi due anni dello spagnolo all’ombra del Vesuvio, oggi proseguiamo andando a ripercorrere il triennio con Maurizio Sarri alla guida della squadra.

Una prima stagione all’ombra di un grande bomber

Nella prima stagione dopo l’addio di Rafa Benitez, i numeri di Callejon non sono da impazzire. L’ex Real Madrid conclude con un totale di 13 reti e 7 assist tra campionato e coppe. Il dato che invece risalta di più è quello che riguarda le presenze, 38 su 38 partite giocate in Serie A, tra l’altro per il secondo anno consecutivo. Questo anche perché Maurizio Sarri costruisce una formazione titolare a cui rinuncia davvero pochissime volte. Nel suo 4-3-3 il tridente offensivo è formato da Insigne e Callejon sugli esterni a fare da supporto all’unica punta Higuain, che in quest’annata è davvero infermabile poiché realizza 38 gol totali, di cui 36 in Serie A.

La squadra, dunque, si può dire che giochi per lui. Josè realizza la sua prima rete in campionato dopo 4 mesi, di testa contro il Sassuolo. Poi una doppietta all’Empoli e un bel gol alla Lazio, pallonetto sull’uscita del portiere su lancio di Insigne che lo pesca sul filo del fuorigioco. Da lì fino alla 38esima giornata arrivano altre 3 marcature e un bell’assist per Higuain contro l’Atalanta. L’argentino allarga il pallone sulla destra per Josè che lo alza di prima intenzione a centro area sulla testa del numero 9 che segna per il momentaneo 2-0.

Molto bene il rendimento dello spagnolo in Europa League, in cui va a segno per ben 5 volte durante la fase a gironi che il Napoli stradomina prima di uscire ai sedicesimi contro il Villareal. Alla fine, dopo l’ultima gara contro il Frosinone, Callejon e il Napoli festeggiano il ritorno in Champions dopo due anni

2016/17: nasce il tridente delle meraviglie

La stagione successiva è quella che vede il passaggio di Higuain alla Juventus e l’approdo all’ombra del Vesuvio di Arkadiusz Milik. Nonostante il terzo posto finale, il Napoli chiude il campionato con il record di gol in campionato, ossia 94 (115 totali). Numeri altissimi anche per Josè, che chiude l’annata con 17 reti e 15 assist. Se con Higuain la squadra doveva adattarsi a giocare principalmente per far segnare la prima punta, con Milik la situazione è leggermente diversa. Sebbene il polacco nelle sue prime partite ottenga una media realizzativa superiore a quella dell’argentino, arrivano più gol anche dai suoi compagni. Il numero 99 infatti non è soltanto un centravanti d’area di rigore ma gioca al servizio della squadra, facendo da sponda e andando a prendere il pallone all’altezza della tre quarti per poi smistarlo sugli esterni.

Ma il suo grave infortunio al legamento crociato durante la pausa per le nazionali rischia di compromettere una stagione iniziata nel verso giusto. Per sostituirlo in rosa ci sarebbe Manolo Gabbiadini, che al di là di qualche lampo non sembra essere il centravanti di cui il Napoli ha bisogno, per cui sarà ceduto a gennaio. A questo punto, arriva l’intuizione vincente di Maurizio Sarri. Mertens, che aveva iniziato molto bene nel ruolo di ala sinistra, si sposta al centro, coadiuvato da Insigne e Callejon sulle fasce. Nasce così il tridente leggero o il tridente dei piccoletti, un attacco che mira a sfruttare la rapidità dei suoi interpreti senza concedere punti di riferimento.

Insieme al tridente nasce anche la famosa asse Insigne-Callejon, dalla quale sono arrivate non poche reti, soprattutto nelle ultime due stagioni di Sarri. La combinazione tra i due calciatori prevede una palla calciata dal numero 24 sul secondo palo a cercare l’altro esterno; nel frattempo, il centravanti si muove allargando la difesa o portando via un marcatore per favorire l’inserimento del compagno di reparto, il quale si trova in una posizione in cui è difficile sbagliare. Per capire meglio lo schema e le movenze di Callejon, basta guardare il gol segnato alla Juventus nella sfida terminata per 2-1.

A fare impressione è l’abilità del numero 7 di partire sempre in posizione regolare e di sorprendere alle spalle i difensori, che in quel momento sono concentrati su chi porta palla, ossia Insigne. Ad inizio stagione Maurizio Sarri aveva definito Callejon come uno dei migliori giocatori al mondo, e aveva detto che non vi avrebbe mai rinunciato. Purtroppo solamente una volta in quella stagione è stato costretto a farlo, in campionato, dopo la squalifica per espulsione diretta contro il Bologna. Per il resto lo spagnolo le ha giocate tutte.

Lo scudetto sfiorato

Il 2017/18 è una stagione ricordata da tutti come quella dell’impresa sfiorata, dei 91 punti che non sono bastati per vincere lo scudetto. Di un Napoli che, dal post Maradona, non era mai stato così vicino alla conquista del tricolore. Gli azzurri partono bene centrando la qualificazione ai gironi di Champions League contro il Nizza (Josè in gol al ritorno). Subito problemi invece in campionato dopo 6 giornate, con Milik che si rompe nuovamente il crociato contro la Spal.

Prima del rientro del polacco, Maurizio Sarri è dunque costretto ad affidarsi al tridente dei piccoletti. Altra stagione positiva per Callejon che non salta una partita, sempre in campo, e conclude con 12 reti e 13 assist. All’11esima giornata va in gol direttamente da calcio d’angolo contro il Sassuolo (ora ci credete che ha segnato in ogni maniera possibile?), molto bello anche il gol nel 4-1 casalingo alla Lazio su lancio preciso di Jorginho da metà campo.

Dopo le eliminazioni da Champions, Europa League e Coppa Italia, il Napoli punta tutto sul campionato. Alla quintultima giornata c’è la super sfida dello Stadium contro la Juventus di Allegri, scontro diretto in chiave scudetto con i bianconeri primi a +4 punti. Il celebre gol di Koulibaly al 90’ di testa che illude un popolo intero viene segnato proprio su assist di Callejon, che batte il calcio d’angolo pescando il gigante senegalese a centro area.

Cambiano gli allenatori, ma Callejon resta un calciatore imprescindibile e a cui si fa davvero fatica a rinunciare. Ci restano da raccontarvi gli ultimi due anni della sua carriera a Napoli, in cui raggiungerà un importante traguardo dal punto di vista proprio delle presenze.

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