La Juve, Muratore e le plusvalenze

Penalizzazioni

È notizia di ieri: l’Atalanta ha acquistato Simone Muratore – un centrocampista del 1998 – dalla Juventus Under-23, per 8 milioni di euro. L’ex bianconero non ha mai giocato in Serie B e in Serie A, e secondo il portale Transfermakt il valore del suo cartellino si aggira sui 125mila euro. Posto che le qualità del ragazzo magari ci sono davvero, la domanda è lecita. Come è possibile che sia stato pagato così tanto?

Plusvalenze, bilanci
La risposta più scontata è una sola: perché produce plusvalenza. Non è un mistero, infatti, che gli acquisti di Higuain e Cristiano Ronaldo – che fino ad ora non hanno prodotto nulla, almeno in termini economici – abbiano notevolmente indebolito le casse della Juventus. E come conseguenza, la società di Agnelli ha dovuto far fronte molte volte ad aumenti di capitale.

Da qualche anno, nel mercato calcistico italiano, si è insinuata una tendenza molto preoccupante – come ha raccontato Il Sole 24 Ore. Ovvero, i club che non riescono a coprire il costo dell’ammortamento dei calciatori, spesso fanno ricorso a un dubbio sistema di plusvalenze. (L’ammortamento dei calciatori è il costo a bilancio che i club iscrivono per un calciatore su varie stagioni. Esempio: il Napoli acquista Demme per 10 mln. I 10 milioni vengono spalmati sul bilancio del club per vari anni).

Questo fenomeno, che sembra essere una soluzione al problema, in realtà non fa altro che alimentarlo. Come ha scritto Il Sole 24 Ore, infatti, gonfiare i prezzi per effettuare plusvalenze porta solo ulteriori costi nella gestione dei bilanci. Il che può andare bene per un po’, ma non per lunghi di tratti di tempo. Insomma, è davvero difficile pensare che l’Atalanta compri di nuovo un giocatore per una cifra che è superiore al 600% del valore del giocatore.

La cosa più inquietante, in questo scenario, è la complicità con cui le squadre di Serie A stanno agendo. Oltre al caso Muratore, in cui l’Atalanta pare aver regalato 7 milioni e spicci alla Juve, si pensi anche al caso Audero. L’attuale portiere della Samp era ai blucerchiati in prestito con diritto di riscatto fissato a 11 milioni, ma nell’estate 2018 l’accordo venne modificato e il riscatto alzato a 20 mln. Nel 2019, invece, la Juve Under-23 (i cui investimenti non rientrano nel FPF) compra due giovani (Mulè e Vrioni) proprio dalla Samp per una cifra vicina agli 8 milioni di euro (fonte: Transfermarkt).

La Juve non è la sola, anzi
Come stanno facendo notare nelle ultime ore molti tifosi della Juventus su Twitter, questo fenomeno non è legato solo alla società bianconera. Anzi: si potrebbe dire che la Juve ha semplicemente messo in evidenza – grazie alla sua portata mediatica – un fenomeno tutto italiano.

L’Inter, ad esempio, è un’altra società che si è dimostrata molto vicina a questa logica. La cessione di Pinamonti al Genoa per 18 milioni, come ha scritto la scorsa estate il CIES, è solo l’ultima delle trattative che usa prezzi gonfiati e inflazionati. Il Tempo ha raccolto tutte le plusvalenze dei nerazzurri, che negli ultimi 5 anni hanno portato 156.3 milioni di guadagni. Risultato: vendita di calciatori giovani, dei quali nessuno è ancora noto al grande pubblico tranne Radu, che è il secondo portiere del Parma.

Negli ultimi mesi, la UEFA sembra essersi mossa per scoraggiare queste plusvalenze strane, a volte anche fittizie. Secondo Sportmediaset, questo nuovo regolamento introdurrebbe norme contro i club che adottano queste strategie. In Italia, in particolare, l’attenzione ricade sulle già citate Inter e Juve, ma anche Roma (non abbiamo citato per questione di sinteticità gli affari Sturaro, Pellegrini-Spinazzola, ecc.).

Insomma, il calcio – e di conseguenza anche il mercato – sta cambiando. Ma forse dovremmo essere tutti più coinvolti nell’osservare e controllare questo cambiamento. Affinché non si vada in contro a una trasformazione radicale dello sport più bello del mondo. Che potrebbe portarlo a diventare un marcio groviglio di cieche multinazionali.

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