Ritornare a giocare: scelta sbagliata o necessaria?

Dopo diverse settimane di astinenza dal campionato di Serie A e dalle coppe europee, pare che sia giunto il momento di prendere decisioni definitive in merito alla conclusione della stagione attuale. L’incontro tra il Ministro della Salute e il Ministro dello Sport potrà dirci qualcosa in merito?

Vincenzo Spadafora sta valutando quale sia la soluzione migliore, in base ai dati che arrivano dal comitato scientifico e dal bollettino giornaliero diffuso dalla Protezione civile ogni giorno verso le 18 circa. Il fulcro sta nella scelta di far o non far riprendere gli allenamenti. Una prima riunione di ieri sera ha evidenziato i tanti problemi da affrontare per scegliere cosa sia migliore per gli atleti, per garantire totale sicurezza sia a questi ultimi ma soprattutto alle società sportive dopo un periodo burrascoso e pieno di imprevisti.

Tutti sono consapevoli del fatto che procrastinare ancora la ripresa degli allenamenti e non avere un programma chiaro, ormai giunti alla fine del mese di aprile, potrebbe complicare il termine tanto agognato della stagione nei tempi previsti ed obbligatori. L’enigma di Amleto ora si tramuta in un: riprendere o non riprendere? La risposta appare ovvia e scontata, ma la convivenza con il virus viene monitorata giorno dopo giorno. Senza certezze e soprattutto senza fretta.

L’unica cosa che si può affermare con decisione e con un filo di nostalgia è che il calcio deve ritornare a riempire la quotidianità che ormai sembra persa, lo svago domenicale e la sana voglia di sostenere il proprio team e trascinarlo alla vittoria ogni domenica, anche se da casa. Con lo stesso amore e la stessa dedizione di sempre, i tifosi non aspettano altro che vedere 22 uomini correre dietro una palla in un campo rettangolare.

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