A che punto eravamo rimasti?

A che punto eravamo rimasti? Domanda interessante; stiamo parlando, ovviamente, del Napoli di Gattuso e del suo percorso in campionato e in coppa. Purtroppo, possiamo affermare che il Napoli si è fermato, o meglio, è stato fermato nel momento migliore.

L’era Gattuso era iniziata il 12 dicembre e, fino alla fine di gennaio, il Napoli di Gattuso conduceva un rendimento di alti e bassi: all’inizio, Ringhio aveva realizzato 4 sconfitte nelle prime 5 con la sola vittoria rocambolesca di Sassuolo, e questo rendimento aveva alzato molti dubbi sulla scelta di Gattuso come sostituto di Ancelotti.

Fortunatamente, la Coppa Italia, la competizione meno importante negli anni passati, presa molte volte sottogamba, ha rappresentato una risorsa importante per Gattuso: il Napoli, dopo aver battuto in scioltezza il Perugia, ha superato la Lazio in una partita combattutissima e durissima; quella vittoria, ottenuta letteralmente con le unghie e con i denti, ha rilanciato un po’ gli azzurri, che hanno superato la Juve in casa e la Sampdoria in trasferta.

Però queste vittorie erano arrivate con grande sofferenza in difesa e questi problemi difensivi, il difetto maggiore del Napoli, sono riemerse durante la sconfitta casalinga contro il Lecce, dove Gattuso ha provato a rilanciare KK senza successo.

Questi problemi difensivi hanno letteralmente mandato Gattuso su tutte le furie, che in conferenza diceva che “una squadra fragile come questa non l’avevo mai avuta”, sottolineando la fragilità difensiva una volta che gli avversari avevano superato la prima pressione.

In questo senso, il lavoro di Gattuso era stato ricalibrato per la difesa, visto che a centrocampo Demme aveva ridato ordine alla manovra e in attacco Insigne era in forma straordinaria. La semifinale di Coppa Italia contro l’Inter fu la prima prova in cui la coppia Manolas-Maksimovic si mosse bene: questa coppia di difensori rocciosi annullò Lukaku e Lautaro e rappresentò la risorsa di Gattuso.

A Cagliari il Napoli giocò una partita molto solida e compatta, e grazie a una bellissima gemma di Mertens Gattuso aveva espugnato un campo ostico come il Cagliari; questa fu la seconda prova, difensivamente parlando, perfetta degli azzurri; nel postpartita, nonostante la bella prestazione, Gattuso, però, rifiutò la richiesta del giorno di riposo e sottolineò che bisognava continuare a lavorare.

I miglioramenti si sono visti di settimana in settimana, fino ad arrivare al culmine: la squadra azzurra ha concesso un solo tiro al Barcellona, dimostrando di avere spirito di sacrificio e compattezza dimostrata contro Torino e Brescia.

Dopo la partita contro i granata, Gattuso si era mostrato fiducioso riguardo i miglioramenti della squadra. Purtroppo questa sosta non ci voleva e, adesso, speriamo che Ringhio non debba ricominciare da 0.

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