Il presidente della Figc Gabriele Gravina, già nei giorni scorsi, in conferenza stampa ha reso note le disposizioni della Federcalcio in merito all’emergenza corona virus in Italia.
Poi è arrivato lo stop alle competizioni imposto dal decreto del governo su invito del Coni ed è in vigore e ha validità fino al 3 aprile: salteranno due giornate di campionato più i recuperi della 25esima fissati per il 18 marzo. Ma la decisione apre vari scenari possibili e lascia in sospeso molti punti.
Le reazioni dei tifosi sono state diverse. C’è chi ha espresso totale solidarietà a ciò che si sta abbattendo sulla nostra nazione e sul mondo intero. E c’è chi invece non perde l’occasione per tenere a freno la bocca… e le mani.
Perché ci sono tifosi e tifosi.
“Nelle tragedie non c’è rivalità, uniti contro il Covid-19“. Questo è stato lo striscione esposto in curva allo stadio San Paolo di Napoli nell’ultimo match giocato contro il Torino nei giorni della diffusione del Coronavirus.
Gesto applaudito e apprezzato in tutta Italia, considerando che, la settimana precedente, in occasione di Brescia-Napoli, i tifosi lombardi avevano cantato “Napoli coronavirus”.
La scorsa notte invece, proprio a Varese, è apparso uno striscione indecente e che ha poco a che vedere con l’umanità. “Un grazie a chi è partito, la Lombardia avete ripulito”, atto vergognoso che mostra ancora una volta quanto il razzismo sia radicato prima sul nostro territorio e poi su quello estero.