Perché Zielinski è insostituibile

Titolare con Ancelotti prima, che sia da esterno sinistro, regista o mezzapunta, ancora più indispensabile con Gattuso poi. Piotr Zielinski è in continua evoluzione e non vuole fermarsi. Dopo l’era Sarri, durante la quale ha faticato, e non poco, a ritagliarsi spazio dal primo minuto (poco più di 5mila minuti in due stagioni complete), il polacco è diventato pressoché irrinunciabile in qualsiasi modulo e per la maggior parte delle partite.

Durante la gestione ancelottiana, il numero 20 ha saltato solamente tre partite (di cui una per squalifica) su 68 incontri, per un totale di 5172 minuti complessivi disputati in appena un anno e mezzo. Con Gattuso, invece, che lo ha schierato da mezzala sinistra, suo ruolo preferito, Piotr è sempre stato titolare (8 match su 8).

A questo punto, potrebbe venire da chiedersi: perché nessun allenatore rinuncia a Zielinski?

La risposta non è semplicissima. Nonostante infatti il 25enne nelle ultime stagioni non sia riuscito a sbocciare come ci si aspettava agli inizi della sua avventura partenopea (per intenderci, quando Sarri diceva che “se migliora in personalità può arrivare ai livelli di De Bruyne”), il Napoli non può, nei match importanti, rinunciare alla presenza del numero 20.

Innanzitutto per caratteristiche: Zielinski è l’unico centrocampista resistente atleticamente e in grado di effettuare strappi in velocità, abbinando il tutto ad una grande tecnica di base. Questo lo rende indispensabile, anche al cospetto di una media realizzativa molto bassa (17 goal in quasi quattro anni in azzurro).

Un altro punto di forza dell’ex Empoli è proprio la capacità atletica, sottolineata da Gattuso nell’ultimo post-partita, che gli permette, oltre che di giocare più di 90 minuti a settimana, anche di essere presente in entrambe le fasi di gioco. Non c’è da dimenticarsi la crescita in fase difensiva mostrata a inizio stagione, quando veniva spesso schierato in mediana a due al fianco di Fabian.

Insomma, la maturazione di Zielinski sta avvenendo, pur in modo differente da come ci si aspettava. Da questo punto di vista, il goal contro la Juventus può aiutare psicologicamente un calciatore fantastico, capace di abbinare eleganza unica nel panorama europeo a potenza fisica, ma con una carenza fondamentale: la mentalità vincente.

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