Il regalo più bello sarebbe tornare a crederci

“Ci voleva una sferzata, Gattuso mi ha subito impressionato per la sua forza e la sua umanità. E’ l’unico che ci può traghettare verso una grande bellezza. A tutti voi dico: siate sereni perché il peggio è passato. Il sole sorge sulle vostre vite. Viva il Napoli e viva l’azzurro“: parole al miele di Aurelio De Laurentiis alla festa di Natale che, come al solito, si è tenuta nella lussureggiante Villa D’Angelo con tutta la società e i tesserati presenti.

Un momento importante di coesione, di allegria e leggerezza per cercare di ritrovare quella armonia perduta, anche solo per poche ore. Un clima disteso nonostante tutto e fondamentali, dunque, le affermazioni del patron che è sembrato il più ottimista per il futuro firmato Gennaro Gattuso. Contro il Parma l’ennesima batosta che, però, non deve influenzare più di tanto l’inizio dell’avventura di Ringhio in panchina. “Roma non è stata costruita in un giorno” e così anche il suo Napoli, ferito, malconcio, sfiduciato, avrà bisogno di tempo e cure per tornare a primeggiare in campionato.

Sì, perché in Europa la squadra non ha per niente sfigurato, ma la dea bendata non è stata così benevola per gli ottavi, con il Barcellona da sfidare e la consapevolezza di partire sfavoriti. Nel calcio, si sa, nulla è scontato, altrimenti non sarebbe uno sport così amato. Sovverte un po’ tutte le leggi della logica, del più forte che inevitabilmente vince sul più debole. Si gioca di mente, di cuore e di gambe e senza questo mix che va ad incastrarsi perfettamente, ciò che è evidente diventa miracolo. Gli occhi attenti e consapevoli del nuovo mister lasciano poco spazio agli esperimenti e ai pensieri: contro il Sassuolo potrebbe essere la partita della svolta, della rinascita prima del nuovo anno. Una vittoria significherebbe ritrovare quella strada persa e non ancora ritrovata.

L’azzardo può valere l’impresa, il presidente lo sa e ha voglia di rivedere la bellezza che i suoi giocatori gli avevano garantito fino a qualche mese fa. Il mercato di gennaio può essere quella ciliegina sulla torta per accontentare il mister e il gruppo, tornando a rodare con il 4-3-3 che, in fondo, forse è mancato un po’. Un solo titolo ora viene in mente: la svolta. Professionale, umana, di carattere. Mai come adesso bisogna stringere i denti e smettere di lottare contro i mulini a vento. Siate tutti Re Artù, non più nostalgici Don Chisciotte.

Articolo precedenteLega Serie A – Giancarlo Abete nuovo commissario ad acta: i possibili scenari
Articolo successivoSKY UK conferma: “Ancelotti sarà il nuovo tecnico dell’Everton, le ultime”