Home Editoriali La “maledizione” dello stadio San Siro: a Milano sono sfumati due obiettivi

La “maledizione” dello stadio San Siro: a Milano sono sfumati due obiettivi

Una sconfitta tanto meritata quanto inaspettata, quella rimediata ieri sera dal Napoli contro il Milan, trascinato dalla doppietta del nuovo acquisto Piatek. Un KO che per la squadra di Carlo Ancelotti (parsa a dir poco irriconoscibile) significa la fine dell’obiettivo Coppa Italia, competizione cui Re Carlo puntava molto, anche se alla fine pure lui è finito sul banco degli imputati (vista la panchina iniziale per i leader Hamsik, Callejon e Mertens).

In soli tre giorni, lo stadio di San Siro si è dunque dimostrato vero e proprio luogo di “maledizione” per gli azzurri, che già con lo 0-0 di sabato avevano visto sfumare un altro obiettivo: quello di “vedere la targa” della Juventus in campionato (come spesso brillantemente sottolineato dal giornalista Paolo Condò). Senza dimenticare che al distacco abissale dai bianconeri ha contribuito in maniera sostanziale un’altra sconfitta a San Siro, quella contro l’Inter. Gli 11 punti sono a questo punto davvero tanti da recuperare, visto anche il cinismo della Juve (capace di reggere alla pressione laziale nonostante Bonucci sia rimasto in campo da infortunato per mezz’ora e di rimontare l’1-0 con soli due guizzi di Bernardeschi e Cancelo).

Ma occorre rialzarsi al più presto, per mantenere saldo il secondo posto in campionato e, soprattutto, andare avanti il più possibile in Europa League, a questo punto vero grande obiettivo di questa stagione. Contro lo Zurigo ed eventualmente nei turni successivi, servirà ben altro Napoli, apparso davvero troppo fragile in un turno a eliminazione diretta come quello di Coppa Italia.

Clamoroso come a fine gennaio si debba parlare di un solo obiettivo alla portata, ma ecco che il carisma di Carlo Ancelotti deve uscire fuori anche (e soprattutto) in questo momento, come già successo dopo l’eliminazione dalla Champions League ad opera del Liverpool: “Re Carlo” dovrà essere ancora una volta leader calmo.

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