L’Analisi – Il ritorno del nove e l’equilibrio ritrovato

La vittoria di Torino restituisce certezze al Napoli e quell’equilibrio che dopo Belgrado appariva scalfito.

Ancelotti si prende le sue rivincite verso chi aveva avuto l’ardire di contestarne scelte e tattica. E non le manda a dire a fine gara quando predica “equilibrio” per l’ambiente. Un equilibrio che tatticamente sembra essere il 4-4-2 o 4-2-4, a seconda della fase di gioco, mentre va ricercato ancora tra tifosi e addetti ai lavori che devono tagliare il cordone ombelicale con il passato. C’è ancora tanto da lavorare ma la strada sembra ormai tracciata e la prima mezz’ora di Torino è stata una dimostrazione chiara di quanto valga questo Napoli e delle qualità che ha a disposizione.

Il Napoli deve affidarsi alle sapienti mani di un allenatore che ha vinto tutto e più di tutti non solo in Italia ma nei campionati di mezza Europa. Ancelotti sta applicando, quasi sotto traccia, un turnover oculato e mirato a dare fiducia a tutti per permettere ad ognuno di giocarsi la propria chance e dimostrare di poter dare un contributo concreto alla causa. Ieri Luperto, Rog e Verdi hanno avuto la loro occasione e nel bene e nel male se la sono giocata contribuendo alla vittoria.

Quella di Verdi è stata una gara particolare dopo la brutta prestazione dei 45’ di Genova ed è stata la gara del ritorno al gol della maglia numero 9 azzurra. Non accadeva da oltre due anni che la 9 finisse nel tabellino dei marcatori. Fu Higuain, core n’grato, il lontano 14 Maggio del 2016 a siglare l’ultimo gol azzurro di un numero 9. Una maglia che cerca un padrone e che Verdi ha avuto l’ardire di indossare per dargli nuovo lustro. Da manuale l’azione con Mertens che ha portato al 2-0 del Napoli. Sembrava che i due giocassero da anni insieme per come si come cercati e trovati. Sufficiente la prima da titolare anche di Luperto e Rog che hanno alternato buone cose ad ingenuità clamorose come nel caso del rigore procurato dal difensore azzurro che per poco non riapriva il match.

Tornando al tema dell’equilibrio, che risulta la vera chiave di volta di questo inizio di stagione di mister Ancelotti, un uomo su tutti sembra essere l’artefice di questo cambiamento: Lorenzo Insigne. Il numero 24 azzurro è il fulcro attorno al quale ruota il Napoli e non per questo è evidente che quando gira lui la squadra ne beneficia. Ancelotti lo ha messo al centro dell’attacco e i 4 gol finora segnati da Lorenzo sono valsi ben 9 dei 12 punti in classifica degli azzurri. Solo a Belgrado ha avuto le polveri bagnate ma la traversa colpita nel primo tempo trema ancora. Intorno a lui Ancelotti sta costruendo la squadra del nuovo corso. Intorno a lui ruotano i vari Mertens, Verdi e Callejon che stanno anche dando una grande mano a centrocampo in questa nuova veste tattica. Ma il Napoli sta dimostrando che rispetto al passato non esiste un solo modulo e non esistono i soliti uomini. La panchina di Allan, Milik e Mario Rui di ieri ne è una chiara dimostrazione.

Il Napoli vuole ancora essere protagonista a discapito dei pronostici che lo vedevano dietro squadre come Inter, Milan e Roma  che ad oggi denotano grandi lacune e già un distacco rilevante sia dagli azzurri che dalla corazzata Juventus. Proprio con la Juve, avversaria del Napoli il prossimo sabato, siamo certi che vedremo il “nuovo carattere” della squadra di Ancelotti ma prima c’è il Parma da battere mercoledì al San Paolo per arrivare all’Allianz Stadium di Torino con ancora il fiato sul collo dei bianconeri.

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