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Spiragli tattici Vol.1: Re Carlo e il suo impero

Al lettore
Questa rubrica nasce da un’esigenza. La volontà di tutta la nostra linea editoriale di fornire informazione a 360 gradi. In quanto tale, non potevamo esimerci dall’impegno di regalare ai tifosi un approfondimento, oltre che descrittivo, “tattico” riguardo le partite del Napoli. Sulla competenza e la capacità di analisi oggettiva sarete voi a giudicare. “Spiragli tattici” muove oggi i suoi primi passi in attesa del parere dell’intenditore supremo: il lettore.

Difficoltà iniziali

Procedendo con il resoconto della partita, il Napoli visto è fuorché brillante. Il Milan, guidato da un Gattuso che ha saputo insegnare concetti fondamentali, tiene in mano il gioco e riesce sempre a superare il pressing partenopeo.

In particolare, la chiave è la marcatura mancata di Lucas Biglia. La squadra di Ancelotti, infatti, giocando con un iniziale 4-3-3 non riesce mai a pressare a sufficienza l’argentino, che coordina il palleggio rossonero.

Palleggio che porta al doppio goal dei milanisti, sempre troppo liberi di manovrare. Dato significativo è il possesso palla, che al termine del primo tempo vede il Milan primeggiare con il 63%.

E’ appena il 5 minuto: tutti i calciatori del Napoli sono in marcatura, tranne Hamsik che tarda il pressing su Biglia. Così facendo il Milan ripartirà facilmente, trovando gli azzurri sbilanciati.

Re Carlo

A questo punto c’è la svolta del top coach. Ancelotti intuisce che la squadra è in difficoltà perché non riesce a recuperare palla e cambia: alza Zielinski a mezzapunta per prendere a uomo il play maker avversario e disegna un 4-4-1-1 più equilibrato.

Con questo sistema, Bakayoko (che ha sostituito Biglia) soffre terribilmente l’aggressione azzurra e perde senso della posizione e lucidità. Ecco che arrivano i due goal del pareggio di Zielinski.

Dopo il cambio tattico, Biglia è ingabbiato da Milik e Zielinski (qui è il centravanti a marcare il regista) e il Milan va in difficoltà. Da questo errore in disimpegno nascerà il goal dell’1-2 che riaprirà la partita.

L’arma in più

Sul 2-2 la gara è equilibrata, sia Milan che Napoli hanno diverse occasioni per portarsi in vantaggio. Ma i partenopei sfoderano l’arma in più: Mertens, entrato al 63esimo, cambia le sorti della squadra, che passa ad un 4-2-4 (terzo modulo della partita). Muovendosi tra le linee, il folletto belga diventa immarcabile.

Così, un cross vagante in area vede proprio nel 14 azzurro il destinatario: 3-2. A dimostrazione dell’utilità, in alcuni frangenti, di usare due attaccanti contemporaneamente: Milik taglia sul primo palo, Mertens attacca il secondo, goal. La retroguardia avversaria, infatti, lascia sempre libero almeno uno dei due.

Tra pregi e difetti

Seppur dominando caratterialmente, è doveroso notare che il Napoli ha commesso, sui cambi gioco milanisti, errori difensivi madornali. Sul goal di Bonaventura, ad esempio, Hysaj perde totalmente la marcatura di Borini che appoggia con calma al compagno. La terza linea pare infatti quella che necessita più aggiustamenti.

Come detto, Hysaj dimentica Borini sull’uscita palla al piede del Milan. Il terzino albanese è evidentemente fuori linea, in ritardo netto rispetto al resto della difesa. Il centrocampo, poi, non accorcia e lascia Higuain e Bonaventura liberissimi di inserirsi.

Detto dei difetti, è infine giusto analizzare i punti forte: reazione, grinta e baricentro altissimo sono le qualità meglio mostrate dai calciatori, grazie anche all’eredità Sarrista. Senza dimenticare quella duttilità (il Napoli ha alternato tre moduli diversi) che può diventare una freccia in più nell’arco partenopeo.

Dall’analisi di @11tegen11 è possibile notare come il baricentro del Napoli sia altissimo. Zielinski quasi trequartista, mentre Hamsik è il fulcro della manovra.

Re Carlo e il suo impero hanno già cominciato la propria marcia. La vetta da scalare è molto più che ripida, ma con calma, virtù del condottiero, si può migliorare. In attesa di un altro step cui si dovrà far fronte al meglio: l’Europa.

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