Napoli-Milan non è stata solo la gara che ha dato un segnale chiarissimo al campionato, accentuando lo strepitoso lavoro che sta facendo il Napoli sul campo con nuove trame di gioco ed una convinzione maggiore, ma anche la gara che segna un ritorno alle origini: quelle di Dries Mertens.
Proprio lui, “Ciro”, così chiamato da tempo, è stata la più grande sorpresa di questo avvio di stagione del Napoli. Complice anche di una stagione no-stop, seguita dal mondiale giocato da protagonista, Mertens è finito in panchina giocando circa 45’ in due partite. Molti si saranno chiesti se questa scelta fosse dettata da motivi tecnici o per dare spazio ad un Milik più spietato che mai.
Eppure Dries ha convinto tutti in questi 45’. Prima subentrando ad Insigne contro la Lazio e dando una grossa mano in fase difensiva, poi, contro il Milan entrato al posto di capitan Hamsik, il folletto belga si è dimostrato un vero crack: numerose le sovrapposizioni ad Insigne e i duetti con il compagno di reparto, tanti movimenti negli spazi, qualche gol divorato ed uno importantissimo messo a segno che pesa come un macigno. Di sdegno, preciso, cattivo.
Perché quando il gioco si complica, la risolve lui, sempre al posto giusto e nel momento giusto. Da subentrato o titolare che sia: Mertens in questi lunghi 6 anni di militanza in maglia azzurra ha dimostrato un attaccamento tale alla maglia ed alla città, tale da essere sempre e comunque decisivo.
Con Ancelotti probabilmente il titolare sarà Milik, amico, prima che compagno di reparto. Dries tornerà alle origini: sarà il crack-man di cui aveva bisogno il Napoli. Come con Benitez. Forse con molta consapevolezza in più, probabilmente con un bagaglio calcistico decisamente più arricchito, ma col cuore di chi per il Napoli e per Napoli, sarebbe disposto a tutto e “Ciro” non ha intenzione di darla vinta proprio a nessuno!
Marco Chiavazzo
