EDITORIALE – Dribbling, sogni e grandi ambizioni: Amin Younes, il secondo tedesco della storia azzurra

Il primo colpo del 2018 si è chiuso quasi inaspettatamente. Fra i tanti nomi usciti, quello di Amin Younes sembrava essere il meno papabile in questa finestra di mercato. L’Ajax aveva fatto muro in quanto voleva aspettare l’estate per poter dare a parametro zero il nazionale tedesco. Invece, il Napoli forte di questa scadenza vicina, ha pattuito con il club olandese versando una cifra di 5 milioni per portare subito alla corte di Sarri il giocatore.

È un profilo molto interessante, considerando anche la giovane età (classe 1993) e, al contempo, la buona esperienza che ha avuto in questi anni. Non ha vinto molto, anzi, l’unico trofeo lo ha conquistato con la Germania l’estate scorsa con la Confederation’s Cup, però ha dalla sua la voglia di diventare finalmente importante, sintomo di ambizione e maturità.
Anche ad Amsterdam è particolarmente apprezzato per il suo carattere mai fuori dagli schemi, mai indisponente ed – anzi – molto affabile con i suoi tifosi.
Un “dribbler” come l’hanno spesso definito, capace di completarne 200 negli ultimi tre anni (dati OptaPaolo), vicino per caratteristiche a Lorenzo Insigne.
Il suo ruolo, infatti, è prettamente quello di esterno sinistro, bravo con entrambi i piedi anche se predilige il sinistro; veloce ma soprattutto rapido nei movimenti e nell’uno contro uno. Ancora un po’ fumoso sotto porta, ha segnato poco (solo 12 reti in 2 stagioni e mezzo) e con il mister dovrà lavorare tanto per essere perfetto nella doppia fase.

Altro lato non positivo è l’infortunio capitato al ginocchio che lo ha tenuto fuori dal rettangolo verde per circa tre mesi, bisognerà quindi, in primis, fargli ritrovare la forma e quindi il giusto minutaggio per poter essere utile alla squadra. Ciò che veramente ha colpito di questo ragazzo è la volontà di vestire solo la maglia azzurra, rifiutando offerte maggiori a livello di ingaggio da club come lo Swansea. Dopo il rifiuto di Simone Verdi, c’è chi si sente pronto per lottare per qualcosa di veramente importante, riscattarsi dopo una stagione non iniziata nel migliore dei modi. Sa già che sarà difficile, sia per via delle gerarchie che per la fiscalità di Sarri nel suo modo di vedere il calcio, ma sono queste le sfide che piacciono i vincenti, e lui a tutte le carte in regola per poter entrare nelle grazie dell’allenatore e dei tifosi.

Madre tedesca, padre libanese: un mix che gli ha dato la possibilità di conoscere le due facce di una stessa medaglia. Se da un lato è cresciuto nella benestante Düsseldorf, dall’altro conosce bene i problemi che ha affrontato il papà quando è fuggito dal Libano per trovare fortuna in Europa. Conosce bene, poi, i problemi del Medio-Oriente, di quella terra che in parte considera sua per le origini, cosicché ha imparato cosa significhino l’umiltà e i sacrifici. Insomma, un bravo ragazzo, di quelli che piacciono tanto alla presidente, che bada anche a questo aspetto prima di tesserare un calciatore.

È tutto pronto, dunque, per accogliere il secondo tedesco nella storia del Napoli dopo Flick, il secondo talento dell’Ajax nell’era De Laurentiis dopo Milik.
Un altro pezzo di storia che inizia a comporsi, sperando che sia per Younes una favola a lieto fine.

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