EDITORIALE – Siamo l’attacco più bello del mondo e ci dispiace per gli altri…

Mertens, Callejon, Insigne.
I tre tenori come qualcuno potrebbe definirli o, semplicemente, i tre campioni azzurri guidano l’attacco partenopeo a suon di gol: finora in campionato mai meno di tre reti a partita.
Alla guida – attualmente – c’è il PSG con 21 reti segnate in 6 gare, lì i marziani sono davvero tanti, ma in una realtà minore come questa partenopea c’è poco da invidiare. Subito dopo, infatti, ci sono loro con 19 marcature in 5 partite di campionato! Questo significa che la miglior media europea (3.80) appartiene ai partenopei, battendo dunque finora tutte le grandi potenze.
La cosa positiva è che a segnare sono stati ben 10 giocatori diversi.

Almeno due in ogni reparto hanno regalato una gioia ai tifosi, anche se all’appello manca ancora il capitano. Certamente, in futuro, entrerà a far parte di questa meravigliosa giostra.
Tanto è cambiato dallo scorso anno, soprattutto dal punto di vista caratteriale. È un Napoli paziente, cinico, bravo a sapersene approfittare dei momenti di debolezza degli avversari.
Così con l’Atalanta o Bologna, ancor meglio con la Lazio. Non cercano forsennatamente il gol quando sono in difficoltà, rischiando di sbagliare per la troppa frenesia né, al contempo, si arrendono se la partita non gira dalla parte giusta.
C’è probabilmente quella consapevolezza che mai si era avuta, la coesione di un gruppo che ormai si conosce a memoria, anticipando i movimenti del compagno.
Non è, tuttavia, un Napoli brillante nel gioco, ci sono ancora diverse cose da sistemare. Manca talvolta la concentrazione giusta e probabilmente la condizione fisica che non è ancora al 100%. Questo, però, paradossalmente è un dato positivo perché i risultati arrivano anche senza essere particolarmente spettacolari. Nel primo tempo, però, ci sono stati diversi errori lampanti che hanno per qualche minuto compromesso il risultato. Si può dire pure che la dea bendata ha aiutato gli azzurri all’Olimpico, decimando i difensori laziali già presenti con il contagocce. Serve anche quella.

Sarri, che mantiene sempre un profilo basso, può essere felice dei suoi ragazzi a cui ha dato tanto e viceversa. Una partenza del genere in serie A mancava da parecchio, eguagliando il record del Napoli di Maradona nel 1988.
Step by step, disegnando quel calcio che ha fatto innamorare i tifosi e non, perché in Europa – oltre che per i gol – gli azzurri hanno una reputazione niente male. E attenzione a Mertens, ché se continuerà ad inventare gol stratosferici, sarà colpevole di qualche arresto cardiaco…

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