EDITORIALE – Napoli, meglio di così?

Il Napoli continua a stupire. Ultima vittima sul terreno di gioco il malcapitato Torino che ne ha beccati 5 dagli azzurri facendone tre. Che non si badi al risultato, il parziale ai “punti” sarebbe potuto e dovuto essere ben più rotondo. Da appassionati di calcio e da supporters del Napoli il piacere è multiplo ma tocca fare il punto della situazione e qualche puntualizzazione. Da questo spazio si era invocata un’inversione di rotta per una nave che sembrava aver smarrito la bussola, appunto, e se ne stava in mare senza avere destinazioni e sogni possibili da raggiungere. La supremazia tattica del Napoli e le proprie trame di gioco provate e trovate con certosina applicazione non sono mai mancate. Ciò che trapelava era una certa pigrizia nell’eseguire sempre gli stessi dettami e uno svuotamento di testa evidente. Chiamiamola stanchezza fisiologica visti i molteplici impegni ravvicinati, facciamo prima, ed era palese la necessità di un cambiamento. Questo è bene ricordarlo per ricostruire i fatti e cercare di commentarli. Qualcosa infatti è successo, sono stati anche impiegati più giocatori all’interno della rosa;  le prove offerte con il Sassuolo e la Lazio,  belle esteticamente ma priva di intensità, terminate pari in casa,  per magia, per caso, o forse per merito di Sarri e dei suoi giocatori sono diventate un ricordo lontano. Dalla prima gara casalinga del mese di Dicembre contro l’Inter il Napoli ha fatto risultati eccellenti con tanti goal,  dominando sempre in lungo ed in largo le proprie avversarie, mostrando un’organizzazione, una concentrazione ed una freschezza da squadra top. Le critiche a Sarri? Alcune erano motivate in quel momento storico. La perfezione non è di questo mondo, la cosa riguarda sia noi che scriviamo e raccontiamo gli eventi a volte dando opinioni prima di vederli che l’allenatore, straordinario addestratore ma non gestore inappuntabile della rosa e della comunicazione. La settimana appena trascorsa consegna una squadra prolifica in zona goal, con Dries Mertens sugli scudi, da prima punta ha offerto ancora una volta non solo una prova sontuosa come a Cagliari  ma ne ha anche segnati tre, annichilendo il Torino e candidandosi a leader indiscusso dell’attacco partenopeo. Gabbiadini ormai è un lontano ricordo, appare improbabile a questo punto una sua permanenza a Napoli. Il ragazzo non ha legato con Sarri “tatticamente” ed ha pagato un accumulo di delusione covatagli dentro per le continue panchine e per l’infortunio occorso a lui nella passata stagione. Andava gestita meglio tutta la situazione, le strade si dovevano dividere, ne avrebbe giovato sia il ragazzo che il Napoli stesso. Tutto questo ora non conta, è alle spalle e ciò che resta è una sensazionale prova di forza, il cambio di marcia tanto invocato che il Napoli ha attuato in primis nella propria testa. Mens sana in corpore sano dicevano gli antichi latini. RIecheggiano in questo clima di giustificata e straripante euforia partenopea, le parole di Sarri che invoca un necessario cambio di passo, dal punto di vista mentale che possa permettere al Napoli di vincere le partite senza patemi. Questo l’ultimo mattoncino da mettere nel  “muro sarriano”, che in questo momento sembra essere a prova di dinamite, più resistente che mai. Il tempo dirà se queste bollicine partenopee abbiano condito qualche piatto prelibato e possibilmente vincente. Ubriacarsi adesso in casa Napoli sarebbe delittuoso per loro che possono scrivere la storia  e per tutti gli amanti del calcio spettacolo che sono anche presenti in gran numero e disseminati su tutto il globo terrestre. Il “Vangelo sarriano” non fa proseliti solo a Napoli, qualcuno azzarda addirittura un paragone tra gli azzurri ed il Barcellona. Non regge il paragone dal punto di vista tecnico ma regge se si comparano le rispettive mentalità, votate alla proposta ed all’offesa, calcistica si intende piuttosto che alla difesa e rinuncia a creare.

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