A poche ore di distanza dalla grande prova del Napoli a Lisbona l’entusiasmo è ancora alto in casa azzurra. Gli ottavi di finale raggiunti come capolista per la prima volta nella storia sono tra quelle imprese da scrivere negli annali e scolpite nella memoria. Lunedi a Nyon uscirà l’avversario dei partenopei tra squadre abbordabili come Porto, Leverkusen e Siviglia ed altre non proprio agevoli. Da evitare i più ostici City e Psg e i fantasmagorici Bayern Monaco e Real Madrid. L’impresa comunque resta e resterà a prescindere. A guardarla e valutarla da un occhio più critico essa non deve però risultare casuale. I primi segnali di risveglio si erano avvertiti nell’ultimo turno casalingo nel quale era stata asfaltata l’Inter senza se e senza ma, dopo una prestazione esemplare. L’ approccio determinato e concentrato nei primi minuti poi durato per tutta la gara da tempo non si vedevano, qualcosa nel meccanismo ben orchestrato di Sarri sembrava essersi inceppato. Mancava l’intensità e la cattiveria agonistica che i molteplici impegni tra coppa e campionato sembravano aver eroso. Serviva una scintilla che ravvivasse la voglia di stupire del Napoli, che trasformasse una squadra bella ma fragile in una straordinaria orchestra. La fortuna certo ha dato una mano ma c’è molto altro in questa piacevole inversione di rotta: Reina ha smesso di commettere errori e sembra essere tornato ai suoi livelli, Sarri ha confermato Gabbiadini per più di una gara al centro dell’attacco ed ha iniziato a guardare di più in panchina dando spazio al croato Rog, tutta la squadra ha innalzato il proprio livello di attenzione e prestazione. L’allenatore ha saputo motivare a dovere un gruppo che pareva in declino, convincendolo a ritornare con veemenza sui propri standard. A questo punto , il Napoli sembra essere solo all’inizio di un processo evolutivo che potrebbe portarlo a risultati importanti. Fondamentale sarà convincersene davvero e non abbassare mai la guardia, restando con questa umiltà e desiderosi di superare ogni ostacolo.
