EDITORIALE – Napoli, al referendum europeo cosa voterai?

Meno di ventiquattro ore alla partita decisiva per il futuro europeo del Napoli. Domani sera in quel di Lisbona, con oltre duemila fans al seguito, gli azzurri dovranno lottare per strappare il pass agli ottavi nella tana del Benfica. Guardando i numeri e tutte le possibili combinazioni, il Napoli ha il 66% di possibilità di qualificarsi, potendo contare su due risultati su tre per la conquista dell’obbiettivo. I numeri, però, hanno il potere di riassumere una partita, un periodo, ma eliminano colpevolmente la sfera emozionale e la casistica che, molto più di quanto si pensi, fa da padrone in certe serate. Gli azzurri erano partiti come meglio non si poteva con due vittorie brillanti e lucenti nel cielo d’Europa. Poi, nello stesso intervallo di tempo, tutto è cambiato. Qualificazione non più scontata e primato non automatica conseguenza di una supremazia tecnica e tattica. Un autentico ballottaggio a tre per chi dovrà conquistare il primato nel girone e la qualificazione. Tra queste, però, una dovrà accettare il declassamento in Europa League, la competizione meno nobile, meno ricca e meno prestigiosa. Fino a qualche giorno fa gli exit poll davano il Napoli sfavorito, perdente e in netta maggioranza era il NO a prevalere. L’ottimismo era stato offuscato da risultati in campionato altalenanti e poco qualitativi in termini di punti. Sembrava scontato che, anche in Europa, non avrebbe potuto far altro che perpetrare il trend negativo che lo aveva investito. Il bello del calcio, così come per la politica, è che sa rinnovare se stesso ogni domenica. Di giorno in giorno tutto può cambiare, mutare e chi prima era anti domani potrebbe divenire pro. la democrazia e libertà di parola come strumento in mano a chi dovrebbe, intelligentemente, censurarsi prima di esprimere giudizi. Ad ogni modo, che piaccia o non piaccia, la vittoria sull’Inter ha messo tutti d’accordo. Il SI è tornato in vantaggio. Tutti credono che domani sera gli azzurri potranno uscire con il pass agli ottavi ben stretto tra le mani. Noi non sappiamo se a vincere sarà davvero il SI oppure il NO ma in questo weekend di referendum è stimolante anche solo pensare che, per certi versi, a Napoli si stia votando anche per un altro referendum. Sicuramente quest’ultimo è meno importante anche se, ognuno e in molti modi, hanno una propria idea chiara tanto forte da non metterla nemmeno in discussione.

 

Napoli, devi votare SI al referendum Europeo – “Volete voi, Napoli tifosi azzurri, proseguire nel viaggio europeo conquistando gli ottavi?”

A una domanda simile il Napoli dovrà dannarsi fino all’estremo per poter rispondere SI, provando se possibile anche a conquistare la testa del girone, raggiungimento mai banale. La partita di domani rappresenta il primo grande snodo della stagione, superarlo al meglio significherebbe anche più dei soldi e del prestigio che, per forza maggiore, la qualificazione porterebbe con se. Superare quest’ostacolo conferirebbe consapevolezza di non essere una cenerentola nobile al banchetto dei grandi d’Europa. Significherebbe, invece, assumere convinzione dei propri mezzi, rafforzare i propri punti forza e limitare quelli deboli. Ogni grande vittoria passa prima dalla testa e poi dai piedi, ogni impulso positivo parte da essa per raggiungere capillarmente ogni centimetro delle articolazioni che, in campo, andranno a determinare il risultato sportivo. Entrare nel G16 d’Europa anche senza Milik, il trascinatore a suon di gol polacco, sarebbe un’ulteriore prova di forza che questo Napoli, superandola, dimostrerebbe a se stesso che a rendere grande una squadra non sono gli uomini ma il gruppo. Il collettivo che lavora comunemente e sinergicamente per lo stesso scopo, al di là di prime donne e star, è la polvere da sparo migliore per far saltare le resistenze avversarie. Insomma, ci sono innumerevoli motivi per cui questo Napoli debba rispondere SI al referendum europeo e, almeno nel calcio, credo che questo voto metterà tutti d’accordo senza polemica. E’ singolare quanto il calcio sappia unire tutti mentre poi, su temi più importanti, prevalga il populismo e il partitismo becero. Chissà mai che il voto del Napoli non ci aiuti a riflettere anche in merito ad altre scelte, così nette ma che scontate evidentemente non sono state.

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