EDITORIALE – Napoli, germoglia come un fiore di loto

La sconfitta di Torino riecheggia ancora nei pensieri e nei commenti relativi al Napoli. Le quattro sconfitte rimediate nelle ultime sei apparizioni schiantano al suolo ogni germoglio di positività, entusiasmo ed ottimismo per il futuro. A contare sono solo e soltanto i risultati, a volte bugiardi, che hanno allontanato la squadra dalla vetta della classifica. Le prestazioni sciorinate non riescono ad attenuare il maremoto di polemiche e critiche che, senza freno, stanno investendo una piazza e una tifoseria ad oggi impaurita in previsione dei prossimi impegni. Quando il disfattismo e la negatività invadono le menti, l’anima e l’aria che si respira tutto viene inquinato in modo quasi irreversibile, dilaniando anche le poche o tante possibilità di rinascita. Molte volte si parla di “punto di non ritorno” volendo rappresentare la totale ed assoluta necessità di sterzare, cambiare rotta alla deriva delle situazioni che ci caratterizzano. Bene, la cosiddetta “ora x” è giunta e da come l’affronteremo dipenderà il nostro destino.

 

Napoli, germoglia come un fiore di loto – La vita, pur essendo ancorata alla concretezza e alla realtà, è pervasa anche dal simbolismo e da rappresentazioni empiriche. Perché qualcosa nasca e, crescendo, diventi forte abbastanza da poter sfidare le intemperie della vita è necessario sacrificio ed impegno. Nulla sboccia per caso o per impulso irrazionale. Esulando dal mondo strettamente calcistico, esiste un rapporto costante quando indissolubile tra causa ed effetto. Da questa considerazione è possibile argomentare al meglio per descrivere l’attuale momento azzurro e per poter analizzare ciò che sia giusto fare per migliorarlo. La realtà descrive la difficoltà che la squadra sta incontrando nel concretizzare in punti il proprio lavoro e, numericamente parlando, la classifica è il riflesso fedele ciò che il Napoli  è in questo momento. Ogni immagine, però, ha delle sfumature dalle quali è possibile esplorare altri mille nuovi mondi. L’ultima prestazione è stata altamente qualitativa seppur orfana di una prima punta. La squadra ha costruito i presupposti per poter centrare un risultato importante in uno stadio che, statistiche alla mano, ha sempre caratterizzato la Waterloo azzurra. Gli errori personali e un fato certamente non amico hanno confezionato, invece, un risultato negativo. In analisi di una partita, nel dettaglio, e di un momento, in generale, però, è giusto dare il giusto valore anche a ciò che ha funzionato. Solo attraverso questo processo psicologico sarà possibile infatti poter cambiare il finale alla storia che leggiamo e che, contemporaneamente, scriviamo. Il fiore di loto, amato da molti e considerato un autentico spettacolo della natura, germoglia  nel fango, nelle acque stagnanti e putride. Cotanta meraviglia della natura può e deve rappresentare motivo di riflessione per noi tutti. Anche da un contesto pestilenziale, asfissiato da negatività e fallimenti può nascere qualcosa di universalmente bello. Il simbolismo di questo fiore è la scoperta di quelle che sono le nostre potenzialità nascoste. Esse potranno restare in giacenza anche anni, nascoste da una coltre di fango e pessimismo ma, se attratte dalle luce del sole, germogliano rigogliosamente distruggendo senza freni il caos e il male che hanno intorno. Il rapporto di causa ed effetto è simboleggiato in modo evidente, lampante. La fonte di luce e di calore è rappresentata dalla nostra ricerca, continua e senza remore, di voler andar sempre oltre anche quelli che sono i nostri limiti. La voglia di migliorare e costruire qualcosa che dia gioia ed armonia al nostro lavoro, alla nostra passione e al nostro impegno dovrà essere la forza per estirpare, dal fango degli attuali risultati, una squadra che sta lottando con ogni mezzo per riemergere da dove è scivolata. Diamo importanza quindi alle positività, a ciò che è stato realizzato con qualità e sacrificio. Questa azione permetterà di correggere anche ciò che invece è stato sbagliato, procurando poi un esito finale non soddisfacente. La ricerca ossessiva di voler invece sotterrare ancora di più questa squadra è una pratica che sotterra prima di tutto noi stessi. Se si vuole correre verso il paradiso è necessario che ognuno remi nella stessa direzione, senza uniformità di azione ci sarà solo la deriva.

Il Napoli dovrà lavorare per limitare ed annullare quelle sbavature che hanno compromesso le ultime partite giocate. Gli errori dei singoli e dei reparti, in generale, hanno vanificato ogni cosa buona fatta precedentemente. Dalla partita con la Roma, passando per quella europea contro il Besiktas per finire a quella di Torino con la Juventus, errori gratuiti ed evitabili hanno cambiato in modo evidente il risultato finale. Sappiamo che con i se e con i ma non ci si possa costruire nulla ma, è giusto sottolinearlo, correggendo queste situazioni di gioco potremmo parlare di un Napoli completamente diverso. Sarebbe molto più grave dover parlare di una squadra allo sbando, perduta e incapace di essere se stessa. I dettagli sono importanti solo quando la sostanza è positiva. Nel caso del Napoli, fortunatamente, a mancare sono i dettagli e basta. Da questa considerazione è giusto ripartire perché nulla è compromesso. Il nostro cammino non sarà semplice d’ora innanzi ma abbiamo ancora la possibilità di salvarci, a patto che si preferisca costruire anziché demolire. Domani in Turchia e nel weekend con la Lazio sono le prime tappe di questo cammino di rigenerazione.

Che ognuno, partendo dalla società fino a giungere all’ultimo dei tifosi, sia quel sole forte e compatto necessario e produttivo per fra sbocciare l’universo di grandi possibilità che questa squadra possiede.

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