EDITORIALE- Analizzare il momento ed abbandonare il disfattismo

Nel calcio spesso gli umori dei tifosi dipendono dai risultati. Si va da valutazioni eccessivamente entusiastiche, condite da voli pindarici e sogni di gloria a cadute fragorose di autostima in caso di sconfitta. Il tutto accade in genere nel giro di poche ore. Dalle stelle alle stalle, dunque. Quel che sta succedendo a Napoli dopo la sconfitta di misura a Bergamo contro l’ Atalanta non sfugge a questo meccanismo. Se a ragionare così sono i tifosi , la parte più emotiva e passionale per antonomasia c’è da aspettarselo, fa parte del gioco. Il problema è che in questi saliscendi stanno cadendo anche i più esperti opinionisti, giornalisti ed addetti ai lavori che dopo l’eccellente prova casalinga di Champions League del Napoli di pochi giorni fa esaltavano squadra ed allenatore. E dunque dove sta il vero?. Rispondere a questa domanda è impresa ardua e pretestuosa ma un tentativo può non essere vano. “In medio stat virtus” dicevano i latini. Di certo la squadra vista a Bergamo ha mostrato meno intensità rispetto alle precedenti gare. Sarri stesso lo ha ammesso, attribuendo questo difetto alla  prova di Champions che ha sovraccaricato di energie nervose i ragazzi. E’ dunque un qualcosa di fisiologico e quasi annunciato al punto da non riguardare solo il Napoli ma pure altre squadre europee reduci da gare di Champions. Il Real Madrid ha pareggiato in casa, il Barcellona, il Borussia Dortmund ed il Manchester City hanno perso, tanto per chiarire il concetto. Se è vero che le 65 palle perse dal Napoli e la brutta pestazione contro l’ Atalanta sono da ascrivere a quanto detto pocanzi, va analizzato un altro dato. Il Napoli quando non è in giornata non riesce a fare punti. Le prove ed i risultati eccellenti ottenuti sono arrivati solo attraverso il gioco. Possono aver influito l’immobilismo tattico di Sarri che non ha variato mai il modulo e impiegato poco alcuni dei suoi ragazzi (Strinic, Maggio,Giaccherini) alcuni dei quali mai utilizzati (Tonelli, Diawara, Rog). Da dire che anche gli arbitri finora hanno danneggiato il Napoli per la mancata concessione di rigori parsi evidenti a Genova e Pescara. Se al Napoli fossero stati dati i penalty anche le critiche sulla mancanza di personalità e sul mal di trasferta sarebbero giocoforza venute meno. Sarà il tempo ed il ripetersi di altre prove come quella di Bergamo qualora ricomparissero a dircelo. Trovare oggi un colpevole o i colpevoli appare ingeneroso dopo una sconfitta che, come diceva Benitez, “ci può stare” . Toccherà a  Sarri ed alla sua squadra far tesoro degli errori e riuscire a non rendere un fardello la straordinaria avventura del Napoli in Champions League.

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