Home Editoriali EDITORIALE – Da domani parola al campo

EDITORIALE – Da domani parola al campo

Il calciomercato che tiene banco in ogni sessione estiva mercoledi sera si concluderà . Finalmente è il caso di dire, poichè molte parole spesso rivelatesi inopportune o infondate circa affari conclusi cesseranno. Con la deregulation che ha riguardato l’albo degli agenti dei calciatori abbiamo assistito ad ogni forma possibile di dichiarazione da parte anche di un parente o di un familiare curatore di particolari interessi. Il calderone delle chiacchiere indiscriminate si è arricchito rispetto agli anni passati a dismisura e francamente non se ne avvertiva il bisogno. L’agente come ogni rispettabile professione andrebbe fatta e regolamentata per meriti e competenza. Finalmente noi appassionati insieme agli addetti ai lavori potremo dedicarci escusivamente al rettangolo verde che muove gli impeti passionali della gente più delle aride cifre. Il clamore mediatico che sta ruotando attorno ad un possibile ritorno di Cavani a Napoli sembra sgretolarsi ed essere derubricato a suggestione quasi irrealizzabile. I tempi per le operazioni in entrata sono stretti e sono resi complicati da altre operazioni corollario che difficilmente si incastreranno tra loro. Se lo scontento  Gabbiadini troverà  l’accordo con L’Everton , non è detto affatto che gli inglesi siano capaci di trovarne un sostituto. L’operazione potrebbe saltare. Idem il Psg disposto a cedere il Matador Cavani ma non senza una valida alternativa. Non facile arrivare a Benzema , ad esempio. La sensazione è che Kalinic resti a Firenze, Gabbiadini al Napoli, Cavani a Parigi, Icardi all’Inter e così via. Ne gioverà della fine del mercato anche lo spettacolo in campo poichè in assenza di voci su questo o quel giocatore, avremo professionisti più concentrati e focalizzati sul lavoro e non distratti dalla ricerca di compensi o altre squadre messa in atto dai propri procuratori. La svagatezza è un problema che sta riguardando Lorenzo Insigne che momentaneamente superato nelle gerarchie tecniche da Mertens, da qualche settimana manda segnali non proprio confortanti.  Vorrebbe un adeguamento congruo per sentirsi importante per il progetto ma la società per ora nicchia. Tutto questo non piace al suo entourage ed ecco che la scollatura c’è.  Anche l’ultima prestazione del ragazzo non ha favorito una risoluzione tra le parti in causa.  A prescindere da come andrà e dei singoli casi che ogni squadra si trova ad affrontare bisognerà ricucire e recuperare il rapporto con gli scontenti. Il Napoli ad esempio dovrà contare non solo su 13 titolarissimi di mazzarriana memoria ma di almeno 16/17 giocatori di pari livello per poter competere a lungo in Campionato ed in Champions League. Il campo parlerà e autorizzerà le pretese più o meno lecite di ciascun giocatore. Godiamoci lo spettacolo, ne riparliamo a gennaio.

Exit mobile version